Villa Jona – Rivoli (TO)

Villa Jona

Scrivo volentieri di questo giardino che ci appare come uno scrigno verde in mezzo agli alti muri perimetrali che lo delimitano, incastonato tra le costruzioni del centro storico di Rivoli (TO).

Attirato dalle chiome degli alberi avevo già sbirciato l’interno passandovi accanto tempo fa, ma essendo il piano stradale più basso rispetto ai pochi varchi nel muro perimetrale la mia curiosità è rimasta insoddisfatta… fino a pochi giorni fa, quando per giri della vita vengo chiamato dall’attuale proprietario per capire quale sia il modo più opportuno di intervenire senza stravolgerne l’atmosfera creatasi negli anni.

L’abitazione è una villa padronale con annesse pertinenze coloniche (si vedono ancora distintamente le scuderie e gli ex fienili sovrastanti ora riconvertiti ad uso abitativo) della quale conosco ancora poco ma che mi piacerebbe approfondire per ricostruirne la storia…

Villa Jona

Dopo aver attraversato lo splendido cortile di fine acciottolato fatto con “sterne” di fiume che compongono un disegno geometrico ricostruito tempo addietro sulla falsariga dell’originario, due aiole a prato con due alberi di Kaki (Diospyros kaki) disposti simmetricamente sono pressoché l’unica nota verde in quella che probabilmente era un tempo l’aia della parte colonica. Già qui si respira la quiete dei posti dove ferveva gran lavoro e ora resta il ricordo del tempo andato nei muri e nelle pietre del selciato.

Per arrivare allo “scrigno” scendiamo una scala e quindi passiamo da un livello superiore ad uno decisamente più basso e questo ricorda che ci troviamo in collina, proprio sotto il Castello di Rivoli e che quindi il variare dei livelli è d’obbligo.

Non appena il padrone di casa apre la porta che dà sul giardino

Villa Jona

si capisce con quanta maestria si siano sfruttati i dislivelli: il colpo d’occhio non copre ancora tutto il giardino nel suo insieme ma un terrazzo erboso con balconata lascia vedere le chiome e i fusti degli alberi più grandi con lo sfondo del panorama circostante.

Per guardare dentro lo scrigno devo arrivare alla balconata e da lì, finalmente posso ammirarne i dettagli. Due grandi Magnolie (Magnolia grandiflora) disposte quasi simmetricamente come anche tre Tassi (Taxus baccata) sono le essenze dominanti del giardino. Le Magnolie necessitano di una potatura di contenimento per ridurre eventuali danni da nevicate eccessive, operando dall’esterno ed è questo l’intervento più urgente al momento. L’accesso è difficoltoso per i mezzi meccanici quindi non abbiamo altra scelta se non il tree climbing e la perizia di potatori esperti.

Al centro del giardino vi è una fontana/cisterna per l’approvvigionamento idrico ancora funzionante, recintata da una semplice ringhiera in ferro per impedirne l’accesso come spesso si trovano in questi giardini di fine ‘800. Un vigoroso Glicine (Wisteria sinensis) riesce a ombreggiare l’acqua ma costringe a continue potature per contenerne lo sviluppo in uno spazio insufficiente alla vigoria di questo rampicante.

Nonostante le molte zone ombrose il giardino era dotato di una zona ad orto ancora ben visibile, con piccoli terrazzamenti che accoglievano le verdure, ora invasi da essenze spontanee come Rovo (Rubus fruticosus), Luppolo (Humulus lupulus), Phytolacca americana e persino Robinia pseudoacacia e Ligustrum lucidum. Sopra l’orto un pergolato in ferro di Vite americana (Vitis labrusca) che sta pian piano decadendo, copre alla vista il muro che delimita l’antica via di accesso ad un cimitero sovrastante situato a lato della Chiesa di San Martino, ora sostituito da un campo sportivo parrocchiale…

Da questa vecchia strada chiusa da anni con portoncino del quale si è persa la chiave provengono i Rovi che tendono a invadere questa parte del giardino. Il proprietario spiega che questo passaggio era detto “Strada dei Morti” perché serviva da accesso ai funerali nel vecchio cimitero. Sarebbe bene poter intervenire anche su questa area confinante dismessa per eliminare o almeno contenere il problema…

Il giardino è dotato anche di una “dispensa” dove si accumulano gli sfalci dell’erba, foglie e materiale di risulta segno di una giusta visione di chi finora si è occupato della manutenzione.

Passeggiando nel giardino ci si rende conto di come in uno spazio relativamente ristretto (forse meno di mille metri quadrati) ci sia tutto il necessario: l’orto, le aiuole con i fiori perenni, il pergolato, sentieri in mattoni e ciottoli di fiume semi nascosti sotto l’erba ma ancora recuperabili, la cisterna per l’acqua, il prato al sole e un tavolo all’ombra ricavato sul ceppo di un Cedrus abbattuto perché divenuto instabile con l’età.

Villa Jona

Tra gli arbusti e gli alberi più piccoli si notano due bei Tamerici (Tamarix tetrandra) sicuramente tra gli alberi più vecchi del giardino, un Melograno (Punica granatum), un gruppo di immancabili Palme della Cina (Trachycarpus fortunei), Alloro (Laurus nobilis), vecchie siepi di Bosso (Buxus sempervirens) forse ancora recuperabili nonostante gli ingenti danni della Piralide (Cydalima perspectalis), Ortensie (Hydrangea macrophylla).

Tra le erbacee si nota il proliferare ormai spontaneo di Iris foetidissima, Convallaria japonica, Hemerocallis fulva e Dryopteris filix-mas e possiamo pensare che dopo una accurata pulizia manuale della zona orto, delle aiuole e del pergolato si troveranno molte specie che ancora mostrano segni di vitalità …

Non mancano nemmeno gli animali, due vecchi “tartarughi”: un esemplare di Testudo hermannii e l’altro più simile alla Testudo graeca si contendono lo spazio…

Questo giardino ricorda l’infanzia quando lo sguardo dei bambini, essendo più vicino al suolo, veniva attirato dai piccoli dettagli di foglie e fiori e mi piacerebbe curarlo riportando alla luce tutto lo schema costruttivo di chi lo ha pensato, vissuto ed amato. Tutto è ancora visibile grazie al lavoro dell’attuale proprietario che ne ha ben gestito nel tempo la manutenzione seguendo la crescita delle piante oppure optando per la scelta di ciottoli per nuovi vialetti pur cercando di limitarne le esigenze manutentive, ecc…

E’ un giardino con una storia da raccontare, bello e vario nel suo insieme, ancora giovane per i parametri delle piante e ha bisogno di restauro che ne fermi il declino senza stravolgerne l’atmosfera.

La storia della Villa

Questa grande villa situata nel cuore del centro storico e direttamente confinante con la chiesa di San Martino, risulta essere di proprietà della famiglia Jona dal 1903, in seguito ad innumerevoli passaggi di proprietà tra i quali la Sig.ra Gertude Carena nata Cottolengo, presumibilmente zia o cugina dell’Arcivescovo Agostino Richelmy nel corso dell’800 e la famiglia Giuliano nella seconda metà del ‘700.

Da un manoscritto di un parroco della chiesa di San Martino risalente alla seconda metà dell’800 leggiamo: “Questo strumento è dell’11 agosto del 1681…molto più tardi…allorché si edificò la bellissima villeggiatura.” Su un foglio del “Theatrum Sabaudiae” relativo alla città di Rivoli, pubblicato nel 1682, ma basato su disegni che potevano essere anche vecchi di un decennio, non vi è ancora traccia di alcuna costruzione ad Est della chiesa di San Martino.

Villeggiatura, così venivano definite quelle che oggi chiameremo “seconde case” o case di vacanza… Nel manoscritto troviamo anche un riferimento alla demolizione di una casa accessibile da via Fellogna. Nel muro che circonda il giardino troviamo segni di antiche aperture successivamente murate, che ricordano come il giardino attuale sia il risultato di più acquisizioni.

Dell’originaria costruzione, risalente al XVIII secolo epoca alla quale si riferisce il documento, rimangono tutt’ora, seppur modificati nella tipologia strutturale, gli antichi edifici, tra i quali quello destinato a residenza padronale che conserva una pregevole scala presentanea, baricentrica al corpo di fabbrica, con struttura ad anima centrale e doppie volte a crociera in corrispondenza dei pianerottoli ed aeree volte rampanti a sostegno degli scalini in pietra.

L’accesso all’antica dimora era contrassegnato all’esterno dall’emergere oltre alle falde del tetto di un grande abbaino centrale, facente corpo unico con la cortina muraria dell’edificio, elemento materializzante la caratteristica centralità assiale dell’edificio secentesco.

L’anno 1785 (data riprodotta su di una meridiana del cortile e sull’abbaino della manica che si estende verso sud) potrebbe forse riferirsi a lavori di ampliamento di un preesistente fabbricato, dell’esistenza del quale non è però stata trovata alcuna testimonianza, e di costruzione della grande manica della villa barocca.

Tuttavia, durante i recenti lavori di restauro della facciata, l’attuale proprietario ha constatato che, dei tre balconi posti al primo piano, quello centrale sia stato posato su modiglioni in pietra (materiale utilizzato per secoli),  mentre i due balconi ai lati poggiano su sostegni prefabbricati in cemento. Questo fatto, se si tiene conto del manoscritto su citato ci fa pensare che il “…si edificò la bellissima villeggiatura…” non sia databile prima della metà ‘800, quando si è iniziato a costruire tali manufatti. Tesi rinforzata dal rilievo napoleonico di Rivoli di inizio ‘800

Rilievo Napoleonico

dal quale risulta che la casa a quel tempo aveva una pianta ad L, il cortile non era delimitato ed il rustico non esisteva ancora.

Quindi, secondo l’attuale proprietario, la storia della villa è così riassumibile:

La costruzione originaria potrebbe essere stata iniziata alla fine ‘600 o  inizio del ‘700,  alla data 1785 era costituita da un unico corpo di fabbrica con pianta ad L, probabilmente con un giardino annesso (più piccolo dell’attuale) a nord ed un orto nell’appezzamento con esposizione più favorevole, a sud e così è rimasta, a parte possibili rimaneggiamenti di cui non abbiamo trovato traccia, fino alla metà dell’ ‘800.  Intorno a tale data si forma l’attuale giardino e si da importanza alla facciata nord, dove certamente si aggiungono altri balconi e possibilmente si modificano anche le finestre con l’introduzione delle persiane e di decorazioni in rilievo nelle cornici. In questa fase inoltre, si e’ anche costruito il rustico, si sono ricavati due locali ed un’arcata di portico (che insieme sostenevano un terrazzo al piano superiore) legando il rustico alla costruzione esistente.
Supponiamo che in quel momento si sia chiuso il cortile sul lato di Via San Martino e si siano scavati il pozzo per l’acqua potabile ed il passaggio sotterraneo che porta alla villa vicina. Nella ristrutturazione compiuta negli anni ’60 del ‘900 si è spostato l’ingresso principale al piano cortile abolendo l’ultimo giro dello scalone che scendeva al piano giardino, ed il salone d’ingresso, che collegava le due entrate, quella pedonale da via Gallo e quella carrozzabile dal giardino, è stato suddiviso in vari locali per attrezzare uno studio medico dove potesse operare il padre del Sig. Jona attuale proprietario (peraltro mai adoperato).

Altre modifiche sostanziali nella pianta hanno poi suddiviso l’edificio in tre abitazioni indipendenti “…in Villa”. Alcune sovrastrutture ottocentesche sono state demolite, ed il portico è stato allargato a tutta l’ampiezza del terrazzo.
Dal cortile, dove si nota un meraviglioso acciottolato in “sterne” bianche e scure disposte a formare un motivo ellissoidale, dalla preziosa testimonianza del Dott. Mario Jona sappiamo dell’esistenza del passaggio sotterraneo che, attraversando la Via San Martino dava l’accesso all’acqua potabile dell’unico pozzo ai vicini sul lato opposto, senza dover attraversare la strada…

L’ingresso carraio, per le prime vetture dell’epoca e per le carrozze è ancora visibile dalla Via Gallo. Qui si accede alla Villa direttamente da quello che era l’ingresso principale riservato ai proprietari, senza passare dal cortile del terrazzo superiore da Via San Martino.

Questo sistema di terrazzamenti sostenuti da potenti muri di controterra, modella il versante collinare e costituisce la solida base sulla quale si imposta l’alta facciata del fabbricato. Partendo dal basso se ne contano tre: il più basso, al livello della Via Fellogna ospita il giardino, il secondo serviva all’accesso carraio principale da Via Gallo e il terzo a livello di Via San Martino è quello del cortile, delle scuderie (ora rimesse per auto) e dei locali attigui. L’approvvigionamento idrico per il giardino, l’orto e gli animali era ed è ancora garantito da un sistema di cisterne sotterranee dove viene convogliata parte delle acque pluviali. Sfruttando la pendenza, l’acqua giunge alla seconda cisterna posta sotto l’attuale fontana centrale nel giardino.

Il restauro del 1966, riprendendo la policromia originaria esterna ha permesso di riscoprire nella sua integrità l’eleganza dello stilema architettonico settecentesco, esaltato nell’alternanza stilistica delle modanature delle fascie marcapiano e delle sinuose cornici in stucco dei timpani delle finestre.

L’elemento plastico della decorazione di facciata, la calibrata distribuzione delle aperture, il calcolato dimensionamento dei balconi, sono gli unici elementi che spezzano la complanarietà dell’alto prospetto privo di ogni forte aggetto e dove la caratterizzazione dell’assialità centrale è ripresa in altezza attraverso la presenza del piano attico la cui riduzione volumetrica genera in facciata distesi accordi curvilinei. Durante questo restauro si sono eliminate le spesse “guide” in pietra carrabile poste per l’accesso a carrozze e vetture, per dar spazio al prato e ad un discutibile tratto in pietra grezza irregolare disposta ad “Opus incertum” per collegare l’ingresso alla Villa con il doppio scalone esterno che scende nel parco.

L’ambiente interno di maggior pregio risulta essere indubbiamente lo scalone principale, che si sviluppa aereo e dinamico nell’articolazione delle diverse rampe sostenute da tese volte a botte a raccordo dei molteplici livelli dell’edificio nella raffinatezza della veste cromatica tessuta in contrappunto di tenui tonalità pastello.

La sobria architettura di questo interno, privo di un’ostentata decorazione ma piuttosto aperto al luminoso paesaggio agreste del quale un tempo godeva la villa, nulla toglie all’eleganza tecnica ed artistica della sua realizzazione.

Villa Jona è dunque uno degli edifici, più significativi, a Rivoli, per le sue peculiari caratteristiche e qualità  che emergono soprattutto se si tiene presente il contesto urbano e paesaggistico in cui l’edificio è inserito. Vista dal Castello di Rivoli, essa emerge per la sua spettacolare facciata e per la vistosa macchia verde del giardino.

La proprietà occupa per circa la metà un’ampio isolato altimetricamente assai vario e dove le anguste strade ciotolose impediscono una visione completa e centrale dell’edificio; il prospetto principale è quindi fruibile  dal centro storico solo parzialmente con vedute fortemente scorciate.

Questo fatto, abbinabile all’obbligo imposto dall’architetto di rispettare i già citati preesistenti fabbricati, diventa pretesto per ottenere un risultato plastico fortemente scenografico, dove la tagliente prospettiva generata dall’obbligata visione dal basso verso l’alto della facciata, conferisce all’architettura una spettacolare monumentalità che esplode con spregiudicatezza se nel valicare la stretta porticina che immette nel raccolto giardino si superano le quinte arboree degli annosi Tassi e delle verdi Magnolie.

Prima e dopo

Scorri sulla foto qui sotto:

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Il giardino Jona nel 2013Il giardino Jona nel 2020

Sequenza interventi

Restauro del giardino: diario cronologico

Dopo la potatura straordinaria delle due Magnolia grandiflora e del tratto di siepe di Laurus nobilis, la rimozione dell’Edera e delle foglie disseccate del gruppo di Trachycarpus  fortunei, la potatura ordinaria delle Hydrangee, della Bignonia capensis, dei rosai rampicanti e non,  la prima pulizia dai Rovi e dalle altre essenze spontanee e la conseguente trinciatura sul posto di tutto il materiale di risulta, abbiamo iniziato l’opera di restauro di questo giardino ottocentesco cercando di rispettarne al massimo l’impostazione originaria e quindi di utilizzare, ove possibile, essenze in uso nel periodo.

Le nuove introduzioni come l’Ilex crenata in luogo del Buxus sempervirens ad esempio, non modificano l’aspetto estetico ma soddisfano le mutate condizioni climatiche e sociali che avrebbero comportato scelte diverse anche in quel periodo. Si cerca di pensare con la mentalità della metà del 1800 senza dimenticare le nuove sfide dell’attuale periodo, come la necessità di contenere i costi della manutenzione ordinaria, la lotta a nuovi parassiti e la sostenibilità ambientale.

Si decide di non usare prodotti chimici per non alterare l’ambiente, proteggere le tartarughe e gli esseri umani che fruiscono del giardino…

Tutte le decisioni sul come procedere nell’opera di recupero del giardino sono prese col proprietario che è fonte di ispirazione, di ricordi ma che lavora con noi in giardino occupandosi personalmente di alcune parti. Il Sig. Jona, lo chiama “giocare al giardino”e per noi si tratta di una opportunità più unica che rara…

Primavera 2019

  • Potatura straordinaria Vitis labrusca su pergola con asportazione delle parti visibilmente disseccate e legatura dei tralci. Una delle piante più esposte al sole è completamente disseccata, L’abbiamo quindi sradicata ma conservandone il fusto che sarà un utile sostegno per la crescita di un Hedera da far sviluppare sulla casetta degli attrezzi senza ricoprirne le pareti.
  • Potatura ordinaria Wisteria sinensis intorno alla fontana.
  • Trapianto di due Wisteria sinensis in vaso. Per quanto possibile cerchiamo di recuperare le piante che crescono spontaneamente in giardino e allo scopo abbiamo creato un piccolo “vivaio” dove conservarle in attesa di nuove idee, o magari donarle a qualcuno che le voglia per il suo giardino. Le piante non si buttano!
  • Inizio espianto della siepe di Buxus sempervirens quasi totalmente disseccata dopo ripetuti attacchi della Piralide del Bosso con asportazione metodica di tutte le essenze spontanee che incontriamo (Humulus lupulus, Lonicera caprifolium, Hedera sylvestris, Parthenocissus  quinquefolia e altre). Al suo posto pianteremo Ilex crenata che ci consentirà di evitare trattamenti antiparassitari e di mantenere il disegno originario.
  • Recupero della Convallaria japonica per il ripristino della bordura lungo il vialetto del pergolato.
  • Recupero parziale dei rizomi di Hemerocallis fulva che crescono spontaneamente e delle felci Dryopteris filix-mas. Queste due essenze, come anche Iris foetidissima
    Iris foetidissima
    saranno lasciate libere di crescere nei punto ove si sono già insediate: ci pare giusto procedere al restauro seguendo uno schema che non faccia dimenticare il tempo trascorso. Spesso nei vecchi giardini si assiste ad un “inselvatichimento” di alcune specie originariamente introdotte che sfuggono agli intenti dei giardinieri e crescono tra altre bordure…Noi vogliamo che questo si veda e quindi in alcune parti si vedrà come l’ordine di una bordura, ad esempio, può essere “spezzato” da una Felce…
  • Pulizia del vialetto sotto la pergola con rinvenimento dei tre vialetti discendenti: uno in mattoni al centro, gradini in pietra e ciottoli ai lati, uno in pietre grandi di vario tipo per l’accesso al vecchio orto dal viale della pergola che non giunge fino al prato e l’ultimo completamente in ciottoli.
  • Messa a dimora di una nuova Vitis labrusca “Isabella nera” e una nuova Vitis labrusca “Niagara” bianca. Qui tentiamo di ripristinare il pergolato di “Uva fragola” poiché abbiamo deciso di mantenere l’idea dell’orto. Quindi, le nuove essenze saranno tutte riconducibili all’uso alimentare, come le aromatiche, la frutta, ma anche quei fiori che nell’orto non mancavano mai…
  • Visita in vivaio per la scelta delle nuove piante di Ilex crenata. I più significativi tra i vecchi Bossi scheletriti sono conservati a sfondo del piccolo vivaio, potranno ancora servire…
  • Fine espianto siepe di Bosso sotto pergola da sostituire con Ilex crenata.
  • Fine pulizia dalle essenze spontanee nel tratto da piantumare: in alcuni casi abbiamo scavato fino a 70 cm per estirpare radici di Luppolo o Fitolacca ma ne vale la pena. Il terreno è morbido, leggermente sabbioso, senza pietre molto probabilmente di riporto per consentire un’agevole orticoltura.
  • Acquisto e trasporto n° 41 piante di Ilex crenata in vaso. Abbiamo trovato piante alte 50/60cm ben formate in un vivaio qui vicino.
  • Espianto del primo grande Bosso disseccato di angolo per poter eliminare eventuali radici di Luppolo ancora presenti. La vecchia siepe aveva parti di altezze diverse agli angoli e nella formazione di quella nuova ne terremo conto, lasciando crescere di più le piante che segnano l’inizio dei vialetti discendenti verso il prato.
  • Recupero del terriccio torboso formatosi negli anni nella zona “dispensa” e sua incorporazione nel terreno per la preparazione di un substrato di crescita tendente all’acido più adatto alla nuova specie. Ilex crenata non è specie propriamente acidofila ma tende ad assumere un bel colore verde scuro in terreni tendenzialmente acidi.
  • Vangatura manuale del terreno per la messa a dimora della nuova siepe.
  • Messa a dimora di 39 Ilex crenata con formazione delle “tazze” per l’irrigazione e aggiunta di un sacco da 80 lt di torba acida ogni 5 piante.
  • Smontaggio e recupero dei fili di ferro dalla palificazione per i rampicanti della zona ex-orto da eliminare. Nell’orto erano stati usati pali in cemento moderni, di quelli usati per le recinzioni, per sostenere dei Rosai rampicanti e abbiamo deciso di rimuoverli perché non consoni al giardino.
  • Bagnatura di tutte le piante introdotte.
  • Preparazione per la messa a dimora delle piantine di Convallaria japonica recuperate dalla aiuola delle Emerocallidi.
  • Fornitura e messa e dimora di una Akebia quinata, esemplare delle specie originaria non ibrido, proveniente da pianta madre dei giardini delle Serre di Grugliasco ora non più esistente, a copertura del “finestrone” in fondo al viale della pergola.
    Akebia quinata
    particolare Akebia quinata
  • Messa a dimora Hemerocallis recuperati in loco a completamento delle fallanze dell’aiuola a loro dedicata.
  • Messa a dimora plantule di Convallaria japonica per il rifacimento della bordura originaria a destra del viale della pergola.
  • Inizio bonifica manuale del primo terrazzamento del vecchio orto, con metodica eliminazione delle radici di Humulus lupulus, Phytolacca americana, Bryonia alba, Solidago canadensis, Hedera sylvestris etc…
  • Inizio del rinvenimento vialetto originario in mattoni e sterne bianche che dalla doppia scalinata che porta al terrazzo superiore va alla porticina in uscita su Via Fellogna passando intorno alla fontana. Il proprietario si occupa personalmente di questa parte “archeologica” del lavoro.
    vialetto
  • Fine della bonifica manuale del primo terrazzo nel vecchio orto. Procedendo a sezioni rifacciamo anche i muretti a secco e le bordure in pietra, aggiungendo di nuovi se necessario per contrastare il dilavamento del terreno a valle.
  • Il tratto del vialetto principale che dalla scalinata porta alla fontana è allo scoperto: il sig. Jona ha terminato l’opera in settimana. Emerge la necessità di rialzare il manufatto al nuovo livello del terreno circostante che negli anni è variato ed anche di diminuire la manutenzione futura con l’aiuto del muratore di fiducia che saprà annegare i ciottoli bianchi opportunamente lavati e recuperati nel calcestruzzo. Queste operazione, già applicata nel viale della pergola, impedirà all’erba di crescere tra le pietre.
  • Inizio rifacimento ad opus incertum del vialetto grande che discende dalla pergola e porta alla zona ex orto (Sig. Jona).
  • Costruzione nuovo muretto a secco per sostenere la siepe di Ilex crenata con recupero di pietre in loco. Si conviene nel continuare il recupero di tutto ciò che è possibile seguendo così le orme dei nostri predecessori. Quindi il nuovo muretto è composto da pietre di fiume, roccaglie di montagna, pomice grezza, etc.. così come i vialetti che conducono all’orto.
  • Bagnatura di tutte le piante trapiantate o di nuova introduzione.
  • Pacciamatura del tratto nuovo della siepe di Ilex crenata con il materiale derivante dalla potatura delle Magnolie. Questa tecnica consente di proseguire nella bonifica di una aiuola alla volta senza dover ritornare indietro sul lavoro già svolto. La pacciamatura consente anche di mantenere a lungo l’umidità del terreno: in questo periodo non piove a sufficienza (come ormai accade da anni) e l’acqua va risparmiata anche in questo modo. L’uso di terriccio derivante da foglie e sfalci del tappeto erboso, del materiale trinciato restituisce al giardino parte di quello che con le potature e i tagli erba gli è stato tolto.
  • Sopralluogo di un tecnico specializzato per il futuro impianto irriguo. Dopo il sopralluogo si è convenuto di aspettare. Se è vero che l’impianto automatico è una soluzione pratica e funzionale, è anche vero che per questo giardino rappresenta un limite: dopo il primo anno le nuove piante non avranno più bisogno di grandi quantità d’acqua visto che la scelta ricadrà su specie rustiche.
  • Bonifica dell’aiuola delle Tamerici dalle essenze spontanee indesiderate, come Hedera sylvestris, Wisteria sinensis, Rubus fruticosus, Parthenocissus quinquefolia, etc.. comprese le radici, senza danneggiare gli Anemoni (Anemone nemorosa),
    Anemone nemorosa sotto Arum
    la Pervinca (Vinca minor),
    Vinca minor
    e l’Arum italicum (Gigaro),
    Gigaro
    le Felci che creano in questa zona un sottobosco quasi naturale. Tutte queste erbacee saranno incentivate a ricoprire tutto il suolo sotto ai Symphoricarpos albus e ai due bellissimi Tamerici.
  • Pacciamatura primo tratto nuova siepe di Ilex crenata.
  • Eliminazione piante di Bosso disseccate nella parte dell’ultimo vialetto discendente parallelamente al muro di Via Fellogna.
  • Recupero dei pochi bulbi di Narciso (probabili residui di bordure nell’orto) incontrati nella bonifica e loro trapianto nella parte alta sotto la pergola.
  • Trapianto in vaso e sistemazione in “vivaio” degli Iris foetidissima recuperati.
  • Bagnatura di tutte le piante trapiantate o di nuova introduzione.
  • Oggi il Sig. Jona, dopo attenta riflessione e calcolo progettuale ha deciso di proseguire il lavoro del nuovo vialetto che consentirà l’accesso a macchine operatrici per la manutenzione straordinaria del giardino, con la posa di nuove pietre tutte uguali, posizionate a mò di “guide” con al centro tappeto erboso. Visto che ne abbiamo tanta disponibilità si può usare la Convallaria  japonica che non deve essere rasata, regge l’ombreggiatura e rende bene l’idea del prato. Questa modifica proseguirà il vialetto fino al prato e faciliterà la manutenzione delle piante più grandi. Inoltre la discesa sinuosa nella quale si innesteranno i tre camminamenti per il nuovo “orto” a lui perpendicolari, ci dà modo di proseguire l’aiuola che chiamiamo del “bambino” per via di una statua in cotto di un putto che sorregge una ciotola (in realtà era una fontanella), fino al prato, dove introdurremo dei sempreverdi per creare un distacco visivo dalla zona orto a quella più “boschiva” delle Tamerici.
    "Lo zerbino" e "l'autostrada"
  • Si prosegue nella bonifica manuale dei terrazzamenti nel vecchio orto con asportazione erbacee e arbustive spontanee (anche una Robinia!).
  • Rifacimento della bordura in sassi nella’aiuola ormai dominio di Fragaria vesca, fragole di bosco che sarà mantenuta tale, essendo le fragole in tema e soprattutto perché tra i fruitori di questo giardino vi sono dei bambini durante il periodo estivo.
  • Trapianto Ciclamini ai piedi del Tasso nell’aiuola della Signora. Chiamiamo così questa aiuola creata dal proprietario intorno al ceppo del Cedro abbattuto, per via di una statua di donna. I Ciclamini (Cyclamen neapolitanum) rinvenuti un po’ dappertutto sono di un colore rosa pallido, con fogliame molto decorativo.
  • Oggi con Pasquale il muratore che ha già realizzato molti lavori per la proprietà si sono decise le modalità per il rifacimento dei vialetti, il recupero dei manufatti in calcestruzzo in parte danneggiati dal tempo.
  • Montato sostegni in bambù per la Rosa rampicante rimasta nel pergolato. Si tratta dell’unico rosaio rampicante superstite che decidiamo di mantenere per la sua posizione.
  • Primo trattamento anti piralide sull’unico Bosso grande in fondo al pergolato e sulla siepina contornante la statua nell’aiuola della Signora, con prodotto biologico a base di Bacillus thuringiensis var “Kurstaki”.
  • Proseguimento bonifica manuale nel vecchio orto. La presenza di erbe spontanee difficili da eliminare mi fa pensare all’uso topico di erbicidi sistemici durante la prossima estate, in modo da essere più certi di poter piantare in autunno. Tuttavia la presenza dei “tartarughi” e l’idea di lavorare come se la chimica non esistesse sono due buoni motivi per arrivare allo scopo come avrebbero fatto i giardinieri di un secolo fa: con le mani, e lo stiamo facendo, e con la pazienza di aspettare che le erbe ricaccino più volte fino alla completa eliminazione. Quindi potrebbe significare che sia i vialetti nuovi, sia il nuovo impianto debbano aspettare tutto un anno… Staremo a vedere.
  • Secondo trattamento anti piralide sul Bosso rimasto e anche sui piccoli bossi attorno all’aiuola della Signora. Le larve stanno deperendo.
  • Asportazione completa ceppo di Ligustrum japonicum insistente sul passaggio nuovo vialetto progettato. Preferiamo eliminare i ceppi di piante abbattute per evitare l’insorgenza di funghi in futuro, come Armillaria mellea, che sarebbero deleteri per gran parte delle piante.
  • Si presenta irregolare con un voluto restringimento prima di terminare nel prato.
    vialetto
    Per ora sistemiamo pietre e blocchi di calcestruzzo recuperati per impedire smottamenti di terra in caso di temporali. Al ritorno del proprietario decideremo come impostare l’arrivo dei vialetti nel prato, le bordure e il sito della futura siepe per la quale si è pensato di recuperare piantine di Taxus trapiantate dal proprietario nell’aiuola delle Fragole per nascondere alla vista il degrado dell’orto.
  • Costruzione nuovo muretto a secco a sostituzione della reticella plastificata sotto il primo terrazzo a partire dall’alto, utilizzando tutte le pietre recuperate vicino alla casetta attrezzi. Sosterrà la nuova aiuola dove pensiamo di introdurre una piccola collezione di Emerocallidi.
  • Fine del rinvenimento dell’ultimo vialetto in ciottoli. Con pazienza si sono scoperte tutte le pietre utilizzando raschietto e scopa, estirpando il più possibile le radici dell’erba spontanea e risistemando le pietre eventualmente smosse.
  • Rifacimento bordure all’ingresso del nuovo vialetto “carrabile”. Ora si vede bene il passaggio del vialetto in progetto (che chiamiamo “autostrada”) e la forma della nuova aiuola che si ricava.
  • Recupero e rinvaso di tre esemplari di Forsythia x intermedia. Non abbiamo trovato una collocazione consona a queste piante, ma potremo trovare qualcuno a cui regalarle…
  • Trapianto della Convallaria japonica recuperata all’inizio lavori nel terrazzamento centrale: servirà per le future bordure o come tappezzante nel prato sotto a Magnolie dove ormai vi è soltanto la nuda terra.
  • Fornitura e messa a dimora sei Lavandula spica “Hidcote” nelle due aiuolette vuote nel giardino superiore.
  • Bagnatura della nuova siepe e delle piante trapiantate.
  • Fine bonifica terrazzi nel vecchio orto! Ora possiamo ripristinare tutti i muretti a secco.
  • Controllo delle erbe spontanee nelle parti già rifatte (siepe Ilex). L’uso della pacciamatura col materiale trinciato si rivela prezioso. Le erbe spontanee sono poche e facilmente sradicabili a mano. Tendono a germogliare molte piantine di Phytolacca, Chelidonia, Parietaria, Oxalis, che se prontamente rimosse garantiranno il risultato nel tempo. Il principio è lasciar germinare i semi e togliere la piantina: un seme non germina due volte! E’ il modo più naturale di diserbare se fatto al momento opportuno.
  • Pulizia dei tronchi di tutti gli alberi dall’Edera che tende a riconquistarne il possesso. Si può pensare di tenerla soltanto sotto la Magnolia posta più vicina all’ex roseto come pacciamante e al Tasso vicino alla casetta degli attrezzi.
  • Asportazione dei polloni dei Symphoricarpos intorno all’aiuola della signora prima del taglio erba
  • Terzo trattamento anti-piralide su Bossi rimasti. Le larve sono completamente disseccate e le piante tendono a rivestirsi.
  • Inizio rifacimento degli ultimi due muretti a secco nel vecchio orto con asportazione delle radici di spontanee tra una pietra e l’altra.
  • Consegna legname in castagno per allestimento compostiera. Si è deciso di razionalizzare la “dispensa” del giardino separandola dal prato e dal tronco del Tasso che la delimita con un semplice steccato in pali di Castagno che è durevole nel tempo per la sua capacità di “ossificarsi”.
  • Non si è potuto completare il rifacimento dei due tratti di muretto a secco nella zona orto per terreno troppo bagnato a causa delle abbondanti piogge notturne (finalmente!).
  • Allestimento e riordino zona dedicata allo stoccaggio dei materiali di risulta dietro il Taxus più grande, facendo attenzione a non danneggiarne le radici che col tempo sono abbondantemente “salite” verso l’alto attirate dalla concentrazione di sostanze nutritive.
  • Abbiamo rinvenuto una sola pianta di Orchidacea, Neotinea tridentata, relitto glaciale della collina morenica di Rivoli, in piena fioritura.
    Neotinea tridentata
    Abbiamo isolato la pianta con una protezione in mattoni per segnalarne la presenza al manutentore addetto al taglio erba.
  • Ripristino muretti a secco e bordure in pietra nel vecchio orto. Col proprietario si conviene di aprire un nuovo varco di collegamento parallelo alla pendenza collegando il vialetto in ciottoli rinvenuto e il nuovo viletto in progetto.
  • Eseguito trattamento anti-piralide su Bossi che cominciano a rivestirsi di nuove foglie.
  • Effettuata mondatura delle spontanee in tutte le aree già bonificate. Sarà necessario nel corso di questa estate intervenire più volte manualmente per eliminare i ricacci di Aristolochia clematitis (che abbiamo deciso di mantenere solo nell’aiuola in alto posta sotto la pergola che è isolata dal resto del giardino e di non farla più andare a seme per evitarne la diffusione eccessiva) Si tratta di un a pianta inconsueta per la zona e molto difficile da eliminare.
  • Effettuata pulizia delle infiorescenze degli Iris e della Rosa rampicante sul gazebo della Bignonia dai frutti e dai fiori dissecanti onde prolungarne la fioritura.
  • Fine ripristino muretti e bordure in pietra nel vecchio orto.
  • Semina Trifoglio ladino nella aiuola grande per pacciamare il terreno e al contempo sfruttarne le proprietà concimanti (batteri azoto fissatori) che serviranno dopo il sovescio previsto per la tarda estate e l’autunno prima della messa a dimora delle nuove essenze.
  • Fornitura e messa a dimora di Portulache nelle fioriere dell’affaccio posto all’angolo di via Gallo.
  • Fornitura e messa a dimora di tre Vaccinium corymbosum (Mirtillo americano)
    Vaccinium corymbosum (Mirtillo americano)
    a mò di cespuglio ornamentale nell’aiuola quadrata ricavata nel primo piano accanto al fragoleto. Questo nell’intento di fornire qualche frutto ai bambini che in estate verranno a giocare in giardino.
  • Pulizia del vialetto discendente originario tra l’aiuola dei Tamerici e quella del “bambino” con rinvenimento di tutte le pietre e i mattoni: si conviene di lasciare le radici del Lillà bianco (Syringa vulgaris) che cresce vicino alla statua al loro posto, cioè sopra i mattoni, per non creare danno alla pianta oggetto di potatura di ringiovanimento, e al contempo non cancellare del tutto le tracce del tempo che passa…sul vialetto.
  • Bonifica da erbe spontanee prima aiuola del vecchio roseto che ra posto su due livelli sotto l’aiuola delle Tamerici. L’ombreggiatura eccessiva della Magnolia grandiflora posta di fronte ha cambiato l’esposizione, un tempo favorevole allo sviluppo delle Rose. Anche qui è presente Aristolochia clematitis oltre a Caprifoglio, Edera e Parthenocissus quinquefolia ed anche giovani piante di Acer montanum, Quercus pedunculata, Celtis australis, Juglans regia disseminate dagli uccelli ma che non possiamo lasciare crescere in questo giardino.
  • Copertura di tutta la superficie ripulita con abbondante strato pacciamante del materiale risultante dalla potatura invernale delle Magnolie. Qui usiamo il materiale più grossolano, perché verrà comunque incorporato nel terreno prima del nuovo impianto previsto in autunno. Abbiamo pensato a Felci, Rododendri, e come tappezzanti le Viole che già vi crescono e Geranium.
  • Fornitura e messa a dimora n° 10 Ilex crenata per formazione siepe parallela al muro di Via Fellogna, in luogo dei Taxus. Si è preferito optare anche qui per gli Ilex in modo da mantenere l’antica uniformità della preesistente siepe di Buxus anche a favore di una minor manutenzione futura. I Taxus trapiantati nell ‘aiuola delle fragole di bosco dal proprietario verranno rinvasati e troveranno miglior collocazione come futuri alberi in un terreno appropriato.
  • Fine bonifica del vecchio roseto. Con questa operazione è terminato il lavoro manuale di rimozione delle erbe spontanee dalla parte più abbandonata del giardino.
  • Copertura con il trinciato di Magnolia per mantenere fresco il terreno e contrastare la ricrescita di erbe spontanee. Vi sono ancora quattro Rosai e una Paeonia erbacea recuperabili che potranno trovare posto nel nuovo roseto che si ha in mente di creare nella zona delle Palme. Anche la Magnolia liliflora “Nigra” troverà posto nella nuova aiuola al posto del grande Ginepro (Juniperus pfitzeriana) piantato nell’aiuola a lato della scala rustica sul lato di Via Gallo. Questa soluzione adottata probabilmente negli anni ’70 per ricoprire il terreno, non appare la più consona al tema di questo giardino e la scoperta di questa bella  e ancora piccola Magnolia che ormai langue all’ombra della sua parente sempreverde ci fa optare per una scelta drastica: si corregge l’errore eliminando il Ginepro e si trova posto da una pianta di maggior pregio, adatta al giardino in una posizione importante. Altre due piccole Magnolie verranno piantate nello stesso sito.
    Magnolia
    Magnolia
  • Trattamento anti piralide sui Bossi

Estate 2019

  • Continua il controllo manuale delle erbe spontanee su tutte le zone oggetto di intervento. Questa operazione che ci è molto alleviata dall’utilizzo della pacciamatura , è ancora impegnativa ma nel prosieguo dei lavori, sarà sempre meno necessaria. A crescita delle nuove essenze sia erbacee che arbustive darà luogo, nel tempo , ad un nuovo equilibrio; perlomeno questo è nelle nostre intenzioni! L’Aristolochia clematitis si presenta come la più resistente ma d’accordo col proprietario, non useremo prodotti chimici.; in primis per evitare danni ai due tartarughi presenti e in secondo luogo perché ormai questa pianta si è insinuata dappertutto nella parte alta del giardino ed è molto probabile che siano presenti connessioni radicali extra-specifiche e che quindi il passaggio del principio attivo dato sull’ Aristolochia possa passare anche alle piante che ci interessano.
  • La ricca fioritura della Hemerocallis fulva, storica presenza del giardino, evocativa di ricordi giovanili per il proprietario, ci guida verso la scelta di creare una piccola collezione di Emerocallidi utilizzando l’intero spazio della prima aiuola in alto del vecchio orto. Questa pianta, quasi selvatica, si adatta comunque al tema e al centro pianteremo un nuovo Susino “Ramassin”
    Ramassin
    per sostituire quello ancora presente nell’aiuola lungo il muro di Via Fellogna, che porta evidenti i segni del tempo.
  • Trovate le Hemerocallis presso un vivaista locale; belle piante già formate e ancora da fiorire. In 11 diverse varietà che vedremo in piena fioritura l’estate prossima.
  • Vangatura e sovescio del trifoglio ladino precedentemente seminato sia come essenza pacciamante, sia per questo utilizzo. Al contempo si effettua una ulteriore pulizia dalle radici di erbe spontanee potenzialmente attive. La decisione di impiantare le Hemerocallis ci aiuta anche a”tollerare” la presenza dell’Aristolochia in quanto i portamenti simili non danno un grosso problema estetico come già accade nella striscia sotto il pergolato. L’Aristolochia è diffusa ma non difficile da estirpare a mano, anche se è pressoché impossibile eliminarne totalmente l’apparato radicale. E’ l’unica erba spontanea che rimarrà in questa parte di giardino e dovrà essere controllata periodicamente. Consideriamo però un’ ottimo risultato l’eliminazione completa di essenze spontanee altamente difficili da estinguere come il Luppolo, la Fitolacca, la Robinia e il Rovo.
  • Messa a dimora di 11 nuove Hemerocallis a debita distanza in modo da poterne godere la diversità.
    Hemerocallis
    Nel tempo potranno riempire tutto lo spazio senza problemi. Manca ancora una bordura di Bergenia cordifolia che darà colore in primavera quando le Hemerocallis saranno ancora dormienti.
  • Pacciamatura della nuova aiuola col solito materiale proveniente dalla dispensa del giardino.
  • Passaggio in vivaio a Rivoli per acquisto essenze acidofile per la nuova aiuola nata a seguito della creazione del nuovo vialetto grande per agevolare l’accesso a mezzi meccanici. Posizioneremo una Camellia sasanqua, specie rustica ed elegante allo stesso tempo, e alcune Azalee a foglia e fiore piccolo. Dopo molti ragionamenti l’esigenza di coniugare la separazione della zona orto dal resto senza chiudere del tutto ( un vedo e intravedo per intenderci) ci ha fatto propendere per sempreverdi sì ma a fogliame leggero e portamento basso. Solo la Camellia si erge dalla nuova aiuola.
  • Vangatura dell’aiuola precedentemente disegnata e bordata con pietre dal proprietario e incorporazione di terriccio acido derivante formatosi in dispensa dalla decomposizione del vecchio Cedro abbattuto molti anni fa.
  • Messa a dimora di una Camellia sasanqua e sette Rhodendron japonicum ( Azalea). Si è optato per le piccole Azalee in quanto adatte all’esposizione e bisognose di poche cure, in luogo di una nuova siepe.
  • Preparazione dell’aiuola per il Corbezzolo (Arbutus unedo) nel terrazzo superiore vicino alla fontana dell ‘Aquila  trasformata in fioriera. Anche qui abbiamo incorporato  terriccio acido proveniente dalla dispensa del giardino.
  • Messa a dimora di un Arbutus unedo
    Arbutus unedo
    nell’aiuola d’angolo sotto alla finestra della “via di fuga” opportunamente ripulita dalla Parietaria. Questa pianta che piace molto sia a me che al proprietario, è ideale per riempire il vuoto contro i due muri, anche se siamo consapevoli di costringerla a svilupparsi in una esposizione non ideale: poche ore di luce, ma due muri che la riparano e l’epoca che ci troviamo a vivere sempre più calda ci induce a rischiare! Le esposizioni a nord, o comunque sfavorevoli solo 20 anni fa, ora diventano persino adatte a certe essenze…Staremo a vedere. Accanto al Corbezzolo, nell’intento di coprire il muro più alto, almeno fino ad una certa altezza, in luogo della solita e invasiva Edera, abbiamo sistemato l’unica Ortensia rampicante, Hydrangea petiolaris , caducifoglia  in modo da lasciar respirare il muro nella stagione fredda. E’ la prima tra le Ortensie botaniche introdotta nel giardino. Non abbiamo sprecato alcune piantine di Impatiens balfourii spontaneamente cresciute nell’aiuola del Corbezzolo, facendone una bordura stagionale improvvisata…
  • Messa a dimora di una varietà ibrida a portamento nano di Hemerocallis serotina, nella fontana /fioriera dell’Aquila.
  • Asportazione dei ricacci della Bignonia nella zona del Gazebo, sotto il quale abbiamo rinvenuto un nuovo acciottolato da recuperare completamente sepolto dall’erba e dalla Convallaria japonica.
  • Inizio della bonifica manuale della scala rustica lungo il muro di Via Gallo. Questa discesa al giardino è stata fatta realizzare dal proprietario con l’aiuto del muratore, utilizzando pietre varie recuperate dai lavori di ristrutturazione della Villa. Quindi troviamo davanzali, scalini e pietre varie combinate in modo gradevolmente rustico. Tra le pietre ci piace lasciar crescere la Cymbalaria,
    Cymbalaria
    Cymbalaria
    Cymbalaria
    le piccole Felci e cerchiamo di conservare i pochi Alchechengi superstiti, si cerca di controllare l’insorgenza di Phytolacca, Hedera, Lonicera e soprattutto di Aegopodium podagraria che però quando è in fioritura dà un effetto piacevole.
  • Insieme a Matteo Migliardi, richiamato sul posto in serata, si cerca il modo più agevole ed efficace per la pulizia della striscia di terreno, ex “strada dei morti” dai Rovi alti tre metri, Sambuchi ed essenze varie. Questo vecchio problema va risolto in modo definitivo per evitare la vera e propria “invasione” dei Rovi che riescono a scavalcare l’alto muro e anche a perforarlo!
  • Terminata la pulizia della scala rustica con potatura di formazione dell’Alloro che cerchiamo di educare a siepe senza che sia necessario tosarla regolarmente in futuro: il muro c’è già e non ne serve un altro! Questi vecchi Laurus nobilis, già provati da grossi tagli effettuati in passato e dalla presenza di Cocciniglia, possono senz’altro infoltirsi grazie a pochi tagli fatti con le forbici, lasciando alla pianta una forma quasi libera, in piena sintonia con la scala! Per combattere la Cocciniglia senza usare i soliti prodotti chimici che dopo anni, specie su casi come questo dove il parassita si sviluppa perché la pianta è a ridosso di un muro che la scalda, ma allo stesso tempo tende a creare umidità costante che sono le condizioni ideali per l’insetto, non fanno altro che aumentare la resistenza dell’insetto al fitofarmaco, proveremo a cercare ed introdurre un coccinellide, Cryptolaemus montrouzieri, che dovrebbe aiutare a risolvere il problema. Il proprietario ha “scoperto” che sotto la grossa pietra scolpita a prisma posta all’inizio della scala, se ne trova un’altra semiinterrata. Trattandosi di un bel manufatto pare sensato riportarla alla luce e trovare ad entrambe una sistemazione più degna. Sarà necessario pensare a ricollocare molti manufatti in pietra o calcestruzzo una volta finito il lavoro prettamente botanico…
  • Potatura severa di allevamento del Glicine intorno alla fontana. In vista del recupero della fontana è opportuno “alzare“ la pianta in modo da rendere più visibile la fontana e rinforzare col tempo i rami contorti che dovranno essere sostegni di sé stessi visto che qui la pianta non si arrampica su nulla! Sarà la dimensione dei tronchi/rami ad auto-sostenere il peso della chioma, man mano che perderanno la loro flessibilità con l’invecchiamento
  • Riordino della zona deposito posta dietro il Tasso della casetta degli attrezzi. Quest’area si presta bene, vista l’ombreggiatura, ad ospitare temporaneamente le piante recuperate durante i lavori che dovranno essere spostate in altre aree del giardino oppure potranno essere utili in altre parti del mondo…un piccolo vivaio per non sprecare nulla. Abbiamo rinvenuto molte pietre bianche che saranno utilissime al muratore nel prossimo restauro dei vecchi vialetti e il tronco disseccato della Vite morta fornirà sostegno all’Edera che potrà coprire come un cappello la casetta degli attrezzi, senza rovinare il muro, sul quale peraltro non si vuole arrampicare, probabilmente per la composizione della malta.
  • Alla base del Taxus, lasceremo l’Edera come tappezzante. Abbiamo quindi delineato la forma di un aiuola liberando del tutto la panchina costruita coi residui di fonderia (maciafèr in dialetto piemontese) come era uso fare a fine ‘800 e primi del ‘900. Togliendo l’edera che aveva quasi ricoperto questo bel manufatto abbiamo trovato anche l’intera spalletta mancante che Pasquale, il muratore, saprà sicuramente rimettere al suo posto. Le piante del ”vivaio” servono a mascherare le pietre e i vasi vuoti depositati dietro di loro e così un’altra area del giardino diventa fruibile.
  • Concimazione degli Ilex crenata con granulare acidificante incorporato nel terreno. Anche se questa pianta non è prettamente una acidofila, pare utile modificare un po’ il Ph del terreno che, come ci dicono le foglie chiare e a volte clorotiche delle vecchie Ortensie sicuramente tende al calcareo.
  • Controllo erbe spontanee in tutte le aree in cantiere. Siamo nella fase calda dell’estate e la spinta delle piante che tendono a riconquistare lo spazio creato è forte e naturale. I semi delle piante che hanno visto la luce grazie alla bonifica primaverile germinano e proprio questo è il modo migliore per…eliminarle! Il miglior diserbo è lasciare germinare i semi e poi togliere le piante. In questo modo, man mano che le nuove piante messe a dimora crescono ed ombreggiano di nuovo il terreno, altri semi non germineranno e se abbiamo operato le scelte giuste, un nuovo equilibrio si creerà quasi per magia. Ci vogliono almeno tre anni per constatare questo risultato. Per il momento, a parte l’Aristolochia che abbiamo deciso di tollerare e mascherare tra le altre piante, piante molto forti come la Fitolacca,il Luppolo, il Rovo, la Robinia non si sono imposte come ci aspettavamo. Oxalis corniculata invece obbliga ad un paziente lavoro di precisione per limitarne lo sviluppo tra le piantine di Ophiopogon japonicum (nome nuovo per la vecchia Convallaria japonica) che stanno riformando la vecchia bordura. Un’altra Oxalis invece, la Oxalis articulata, residuo di vecchie bordure probabilmente, possiamo lasciarla per formare qualche “cuscino” fiorito estivo.
  • Inizio lavorazione dell’aiuola della fontana per la prossima piantumazione di Liriope muscari. Abbiamo pensato di introdurre la Liriope come nuova bordura perché non presente finora in giardino ma sicuramente adatta a creare un po’ di varietà e un po’ di colore con la sua bella fioritura viola…
  • Puntellatura provvisoria del vecchio Susino “ramassin” carico di frutti, per evitare la rottura di una branca, con una pertica recuperata dal gruppo di Noccioli posti all’inizio del viale della pergola. Questi vecchi Noccioli (Corylus avellana) formano un vero boschetto e possono senz’altro essere lasciati sviluppare senza ridurne l’altezza con tagli sconsiderati.
    Noccioli (Corylus avellana)
    Qui dobbiamo raccontare un aneddoto: dopo aver posizionato il sostegno sotto la branca del Susino, uno dei tartarughi, il più anziano, si è posto sulle zampe posteriori da terra sulla pertica rivolgendo lo sguardo in alto, verso le prugne in maturazione… Dopo alcuni minuti, visto che l’animaletto non si muoveva da quella insolita posizione, decido di avvicinarmi e staccare un paio di prugne dall’albero lasciandole cadere…il piccolo animale si è subito precipitato a mangiarle! Ovviamente lui ricorda che lì cadono le prugne di ci si è cibato per molti anni ma pare che stavolta me le abbia…chieste! Chissà…
  • Bagnatura di tutte le essenze, visti i 42° previsti!
  • Trattamento preventivo anti-piralide sui Bossi
  • Messa a dimora talee di Bergenia cordifolia (provenienti dal mio giardino in smantellamento a Levone Canavese)
    Bergenia cordifolia
    come bordura dell’aiuola che ospita le nuove Hemerocallis.
  • Messa a dimora talee di Geranium ibericum (provenienti dal mio giardino in smantellamento a Levone) come bordura nell’aiuola ex roseto che ospiterà, dopo il trapianto delle rose rimaste e della Magnolia liliflora, una piccola collezione di Felci da esterno.
  • Messa a dimora, qua e là, nelle zone più ombreggiate dell’aiuola delle Tamerici e nella nuova aiuola della Camellia sasanqua, alcune piantine di Saxifraga stolonifera sempre recuperata da Levone, che ben si adatta al luogo sia per il fogliame sia per la delicatezza dell’infiorescenza che vedremo la stagione successiva.
  • Potatura di soccorso del Rosmarino posto nel giardino superiore, compromesso da un attacco di Cocciniglia cotonosa come anche la Paeonia arborea vicina. Già contattato il fornitore per avere a domicilio il giusto antagonista naturale utilizzato nella lotta biologica.
  • Inizio del recupero vialetto intorno alla fontana con sostituzione dei mattoni più danneggiati e taglio delle radici più superficiali della Magnolia e del Glicine, cercando, ove possibile di deviarne il percorso.
  • Arricchimento del substrato di crescita nell’aiuola intorno alla fontana in vista della prossima messa a dimora di Liriope muscari. Allo scopo continuiamo ad utilizzare il deposito di terriccio accumulatosi negli anni nella dispensa del giardino.
  • Proseguimento del recupero vialetto intorno alla fontana centrale. Concordato col muratore Pasquale di impermeabilizzare fondo e pareti della fontana senza l’uso di guaine catramate in vista della sua rimessa in funzione per non compromettere il corpo centrale che sostiene il getto. Verrà rinforzato il fondo che in alcune parti appare debole, perché non ceda più sotto il peso dell’acqua con calcestruzzo lisciato e non grezzo in modo da eliminare le porosità.
  • Pulizia dell’aiuola ospitante il vecchio Susino “Ramassin” carico di frutti in via di maturazione, per agevolarne la raccolta a terra. Le Hemerocallis qui sono sfiorite e quindi possiamo procedere al taglio del loro fogliame prima che dissecchi e al ripristino della bordura in ardesia. Se si tagliano le foglie delle Emerocallidi appena finita la fioritura di stimolano le piante a rivegetare prima dell’inverno sfruttandone così il verde tenero del fogliame che coi primi geli diventerà di un arancione brillante quanto i fiori! Questo è un piccolo segreto imparato con l’esperienza…Questa era l’ultima aiuola della parte alta del giardino da recuperare. Ne abbiamo approfittato per aggiungere terriccio all’unico Bosso rimanente che per il momento resiste alla piralide, e recuperare spazio nella parte di aiuola discendente verso il prato da riempire con Aster novii-belgii perenni a fioritura autunnale , le classiche  “Settembrine”. Si è deciso di espiantare totalmente le poche piante di Rubus inerme (Mora senza spine) in quanto non adatta al giardino e poco appetita. Tuttavia una pianta che si sostiene al Susino è carica di frutti e per ora rimane dove si trova; chissà che col caldo feroce di questa estate da record le more siano più dolci…
  • Taglio degli Hemerocallis sfioriti nella zona pergolato. Qui abbiamo lasciato alcuni fiori ritardatari come anche nell’aiuola in basso, in modo da non perdere neanche un giorno di questi fiori che durano un giorno solo…appunto! Ormai le fioriture tardo primaverili si prolungano fino all’estate sempre più spesso…
  • Pacciamatura anche in questa zona e installazione piccolo sostegno in bambù per le piante di Crocosmia x crocosmiflora (la vecchia Montbretia)  che stanno faticosamente cercando di fiorire.
  • Potatura severa delle Aucuba japonica che formano siepe davanti ai Noccioli per arretrarne lo sviluppo e rendere più agevole il passaggio nel primo vialetto discendente costruito con ciottoli e scalini a “onde” da Pasquale. Queste vecchie Aucube piacciono poco al proprietario e nascondono un po’ troppo l’effetto “boschetto” dato dai vecchi Noccioli, per cui si sta pensando di eliminarne alcuni esemplari in modo da rendere più fruibile il boschetto ai giochi dei bambini che stanno per arrivare a trovare il nonno…
  • Bagnatura manuale e differenziata delle nuove piante: è importante traghettare le nuove piante verso l’autunno per non compromettere i nuovi lavori.
  • Primo tentativo diserbante con Roundup solo su Aristolochia clematitis. Si è pensato di intervenire con la chimica in modo da non creare problemi ai “tartarughi”, per provare a contrastare lo sviluppo di questa pianta che è l’unica ancora presente dopo la grossa bonifica manuale,in tutta la zona del vecchio orto. Abbiamo usato il prodotto per contatto sulle foglie di alcune piante per testarne l’effetto, solo in aree non raggiungibili dagli animali.
  • Vangatura manuale dell’aiuola più grande e sovescio del Trifoglio ladino con ulteriore rimozione di radici dell’aristolochia. Questa aiuola ospiterà essenze che ricordino l’orto: alcune aromatiche, il Levistico (Levisticum officinale), il Rafano (Armoracia rusticana), ecc… accompagnate da fiori perenni come i vecchi “settembrini” e stagionali che però si riproducono da soli come le Calendule e le Bocche di Leone (Anthirrinum majus). Alcune piante arriveranno in autunno altre nella primavera 2020.
  • Sono arrivate le pietre di Luserna per il vialetto nuovo pensato per facilitare l’accesso a macchine operatrici. Il muratore ha cominciato a posizionarle tagliandole in modo da poterle far curvare seguendo il tracciato pensato dal proprietario. Questo nuovo vialetto è decisamente più “moderno” rispetto agli altri, ma segue lo schema delle strade in sterne con le guide centrali per il passaggio dei carriaggi (il centro storico di Rivoli ne è un esempio) e noi al centro pianteremo la Convallaria japonica per imitare le strade di campagna ma anche per sfruttarne  l’eleganza, facendo risaltare la lucentezza della pietra di Luserna contro il verde scuro dell’erbacea che tra l’altro non avrà bisogno di gran manutenzione futura.
  • Pulizia dell’aiuola della Peonia arborea.
    Peonia arborea
    Dopo il taglio delle ultime foglie di Hemerocallis e la rimozione del mucchio di pietre abbiamo capito che quello che pareva un tentativo di giardinetto roccioso serviva in realtà a nascondere una vecchia fossa biologica ora non più utilizzata. Si è proceduto quindi a richiudere il tutto con terra . Qui si è aperta l’occasione per utilizzare una scultura presente in casa da tempo che era stata acquistata per il giardino ma non aveva mai trovato collocazione. Il proprietario ha scovato anche il piedistallo giusto e l’abilità del muratore ha fatto il resto. Ora la scultura dell’artista Adolfo Merloni da Castellamonte
    scultura dell'artista Adolfo Merloni da Castellamonte
    ha trovato il suo posto nella nuova aiuola contornata con le stesse pietre recuperate e selezionate e che nel prossimo autunno ospiterà anche le tre rose recuperate dalla bonifica del vecchio roseto. Al piede della scultura una piccola pianta erbacea a fioritura blu estiva,  Ceratostigma plumbaginoides completerà la nuova aiuola.
  • Il vialetto nuovo è quasi finito: il muratore è molto bravo e paziente nella cura dei dettagli e nella risoluzione dei problemi che sempre si presentano in questi casi.
  • Bagnatura manuale di tutte le nuove piante.
  • Pulizia dall’erba e dalle radici del vialetto circolare intorno alla fontana.
  • Controllo manuale delle erbe spontanee in tutte le zone oggetto d’intervento: questo primo anno e anche il prossimo sarà importante fare in modo che le nuove piante prevalgano sulle spontanee occupando il loro spazio. Questo consentirà nel futuro di ridurre molto la manutenzione delle aiuole sfruttando proprio il potere coprente del terreno di molte delle piante introdotte.
  • Piantato nuovo esemplare di Phormium tenax a lato della fontana dell’Aquila. In questo modo abbiamo dato voce alla Nuova Zelanda con una pianta tipica di quei luoghi dove risiede una parte della famiglia del proprietario.
    La fontana dell'aquila
  • Mentre il muratore prosegue nel suo lavoro coi vialetti, abbiamo rialzato e ripulito il primo tratto del vecchio vialetto centrale che dalle scale va alla fontana centrale. Rimosse le pietre bianche poste al centro dei mattoni, il muratore le riposizionerà con il cemento per evitare la crescita di erba tra una pietra e l’altra, facilitando la manutenzione senza nulla togliere all’estetica.
  • Taglio dei rami fioriti di Ortensia per consentire il passaggio al muratore che sta finendo i tre vialetti che agevolano l’accesso alle aiuole dell’orto. Anche se la stagione non è la migliore procediamo a sfogliarle e a farne dei mazzi da seccare all’ombra in casa. Non si butta nulla!
  • Finito il lavoro di rialzo dei mattoni nel vialetto centrale.
  • Il muratore, terminati i vialetti della zona orto, ha iniziato il restauro del vialetto centrale usando tutte le pietre bianche recuperate dopo la pulizia vicino al muro. Lavando le pietre una ad una le annega nel calcestruzzo al momento giusto per evitare di sporcarle. Una pazienza quasi…da giardiniere!
  • Riempito con l’ottimo terriccio proveniente dalla “dispensa” il vuoto centrale nel nuovo vialetto della zona orto per formare il substrato di crescita della Convallaria japonica. Ai lati invece si è pensato a timi serpilli in varietà per riempire la parte di vialetto che va dalle pietre alle bordure.
  • Acquisto telo pacciamante biodegradabile ricavato dal mais in vista del prossimo lavoro di piantumazione della Convallaria e dei Timi. Tra queste piccole piante non è possibile usare il materiale trinciato che invece ci è utilissimo per controllare l’insorgenza delle erbe spontanee che tendono naturalmente a ricoprire le nuove aiuole.
  • Potatura di soccorso e di ringiovanimento del vecchio Susino “Ramassin”. Finita la fruttificazione si apre una fase di stasi vegetativa che, solo per le drupacee, può essere sfruttata se si decide di effettuare una decisa riduzione della chioma. In questo caso, trattandosi di una vecchia pianta  attaccata da funghi , che però presenta ancora una buona vigoria, è sensato provare a rigenerarla.
  • Bagnatura manuale. Temperature alte e pochi temporali, per fortuna qui senza danni almeno finora, ci costringono ad aiutare le nuove piante per traghettarle verso l’autunno.
  • Inizio rinvenimento dell’ultimo vialetto da restaurare, quello vicino al “Bambino” con costruzione nuova bordura . Di questo vialetto si occuperà personalmente il proprietario che ha già iniziato a lavorarvi nella parte finale dove si raccorderà col nuovo.
    "Lo zerbino" in costruzione
  • Tolto tutte le Aucube. In vista del prossimo arrivo dei bambini procediamo all’espianto di questa barriera, anche visiva. Aucuba japonica è comunque presente intorno all’aiuola della Signora, in posizione centrale dove può crescere in forma libera. In questo modo si elimina la manutenzione di una siepe che esteticamente non era facile da recuperare.
  • Bagnato tutte le piante.
  • Tolto Erigeron canadensis dal prato. Questa erbacea si nota molto tra le altre erbe. Anche se il tappeto erboso è composto da erbe spontanee, cerchiamo di migliorarne la qualità senza l’uso di diserbanti. Qualche passaggio manuale per estirpare le piantine evitando che vadano a seme ( cosa che tende a fare anche se tagliata ripetutamente), vista la relativamente piccola superficie, vale la pena di tentare.
  • Eliminato il Ginepro (Juniperus Chinensis) insistente a lato della scala rustica.
  • Recuperato il tronco perché ha una forma interessante: pare un cavallo a dondolo…
  • Con il biotrituratore semovente abbiamo trinciato tutto il materiale già accumulato e quello risultante dall’eliminazione del Ginepro, aumentandone la disponibilità.
  • Potatura delle Tamerici, lasciando intatta la forma e rendendo visibili i tronchi, molto decorativi.
    Tamerici
  • Insieme al proprietario si è deciso di modificare il vialetto più grande, dopo aver verificato che la larghezza era insufficiente al passaggio della macchina operatrice di Matteo. Abbiamo sfruttato l’occasione per verificare in salita e in discesa le correzioni da apportare anche con la perizia del muratore Pasquale. Per migliorarne la tenuta si è deciso di posizionare i ciottoli ai lati delle due “guide” in pietra di Luserna.
  • Allestito nuova bordura in pietra nel boschetto dei Noccioli ben ripulito da foglie e detriti vari. Le pietre serviranno a contenere lo scivolamento a valle della terra in caso di forti piogge. Trasferiremo qui i Mughetti (Convallaria majalis) che crescono tra gli Iris e gli Emerocallidi nel viale della pergola.
  • Trattamento anti piralide su Bossi.
  • Pasquale continua il restauro dei vialetti nella parte bassa del giardino. Ormai il vialetto centrale è tornato alla luce dopo che per anni era stato sepolto dal terreno.
    vialetto centrale
  • Pulizia dalle erbe spontanee del vialetto lungo il muro sul lato di Via Fellogna. Questo percorso rimane coi ciottoli senza l’uso di calcestruzzo e quindi costringe ad una attenzione frequente. Si può pensare che nel giro di qualche anno le spontanee diminuiscano, un po’ per l’ombreggiatura che la nuova siepe di Ilex porterà. Un po’ per l’esposizione meno favorevole.
  • Bagnatura delle piante.
  • Trapianto dei Mughetti (Convallaria majalis) dall’aiuola del pergolato in quella dei Noccioli.
  • Spostamento delle Felci recuperate dall’aiuola del Ginepro un po’ in tutto il giardino: le Felci sono libere di crescere come le Hemerocallis e gli Iris in tutto il giardino.
  • Pacciamatura delle zone di nuovo impianto con il materiale trinciato.
  • Inizio rifacimento muretto a secco dell’aiuola del Ginepro che ospiterà le Magnolie liliflora. Questo muretto è quasi del tutto da rifare e lasciamo tempo al terreno, ora scoperto, dell’aiuola che sorregge di far germinare eventuali semi o radici di spontanee ancora da eliminare. Qui abbiamo già tolto un ceppo di Bagolaro (Celtis australis) e un Eleagnus pungens nati da seme…
  • Finito il muretto a secco dell’aiuola del Ginepro e la bordura in pietra lungo la scala rustica.
  • Trapiantato gli Alchechengi recuperati lungo le pietre della bordura: il sottobosco delle Magnolie sarà composto da Iris foetidissima precedentemente recuperati, da Aquilegie provenienti da Levone e Felci. L’idea è di portare colore in primavera con le Aquilegie viola scuro in bordura che lasceranno il posto agli Alchechengi d’estate, che lasceranno il posto alle bacche arancioni degli Iris d’inverno…lasceremo che queste piante si mescolino in tutta l’aiuola, sotto i tronchi delle Magnolie a foglia caduca….Un tocco di eleganza con piante in tema ma disposte in armonia con la rusticità della scala…
  • Bagnatura delle piante.

Autunno 2019

  • Formazione della nuova aiuola contornante la fontana centrale con Liriope muscari proveniente dal mio giardino di Levone C.se. Le piantine sono state ottenute da divisione dei cespi e precedentemente preparate. La fioritura viola della Liriope riprenderà quella del Glicine sovrastante aggiungendo una nota sempreverde al giardino col suo fogliame persistente.
  • Formazione di nuova bordura in pietra lungo il vialetto tra l’aiuola dei Noccioli e quella dei Tamerici, per sostenere il terreno.
  • Messa a dimora di Astilbe x arendsii provenienti da Levone lungo la nuova bordura in opposizione a quella dei Mughetti. Questa pianta è simile alle Felci e dovrebbe dare un buon effetto in primavera sia col fogliame che con la ricca fioritura piumosa rosa. Si combina bene anche con le Pervinche che aiuteremo a tappezzare progressivamente tutta l’aiuola delle Tamerici.
  • Messa a dimora di un Rosmarino,
    Rosmarino
    un Levistico (detto sedano di monte), un Rafano, alcuni Allium fistulosum ( vecchia varietà di cipolla perenne della quale si utilizza la foglia verde tutto l’anno) , una Tanacetum balsamita, alcune piante di Melissa tutte provenienti da Levone. Questa aiuola del vecchio orto ospita piante che lo ricordano. Seguirà una bordura composta da Allium schoenophrasum ( erba cipollina) e del Timo serpillo nel vialetto. Altre piante come Ribes rubrum , Thymus vulgare accompagnati dalla semina primaverile di Calendule, Tageti e Bocche di leone, completeranno il nuovo…orto a ridotta manutenzione. Le piante stesse, crescendo, si comporteranno da pacciamanti mantenendo il controllo sulle erbe spontanee ( tranne l’Aristolochia che però si estirpa facilmente).
  • Messa a dimora di Saxifraga stolonifera nell’aiuola delle acidofile, lungo il vialetto pedonale in restauro.
  • Messa a dimora di alcune Begonia evansiana nell’aiuola ex roseto per tentare di introdurne la diffusione spontanea. Questa bella Begonia è l’unica che si moltiplica da sola nelle zone ombrose e umide dei giardini donando un tocco di colore raffinato e secondo me inimitabile, soprattutto se abbinata a Felci come pensiamo di fare in questa aiuola una volta trapiantate le tre rose superstiti e le Magnolie a foglia caduca in altro sito più idoneo.
  • Messa a dimora Aquilegie (Aquilegia vulgaris) viola lungo la scala rustica mescolandole all’Alchechengi già presente.
  • Estirpato Oxalis spontanea e altre piante nel vialetto del vecchio “Ramassin”. Questo lavoro si rende periodicamente necessario fino a che la maggior parte dei semi presenti nel terreno non siano germogliati. Dopo anni di abbandono è normale.
  • Preparazione delle piantine di Convallaria japonica precedentemente recuperate in loco e allestimento nuova bordura “spartitraffico” del nuovo vialetto carrabile. Qui abbiamo utilizzato, non senza difficoltà, il telo di mais biodegradabile,per provarne l’effetto pacciamante, vista la difficoltà ad usare il trinciato con piantine così piccole.
  • Bagnatura ultime piante messe a dimora.
  • Il proprietario prosegue nel restauro del vialetto posto tra l’aiuola del Bambino e quella dei Tamerici, riposizionando tutti i mattoni centrali e le sterne ai lati ma senza danneggiare le radici del Lillà bianco che nel frattempo avevano inglobato il materiale lapideo. Rialzando il “sedime stradale” si passerà sopra le radici in modo da non doverle tagliare. Un’ottima idea del Sig. Jona!
  • Fornitura e messa a dimora di un cespo di Aster novii-belgii alto, vecchia varietà, proveniente dal mio giardino in smantellamento, nell’aiuola del Ramassin.
  • Fornitura e messa a dimora di una Rosa centifolia sin.muscosa proveniente sempre da Levone, come primo elemento del nuovo roseto in preparazione, che abbiamo deciso di formare ai piedi della doppia scala in due aiuole lineari a ridosso del muro, in sostituzione delle Ortensie superstiti che verranno ripiantate nel terrazzo superiore e lungo il muro di Via Gallo. Qui la posizione è più adatta e in questo modo arricchiremo anche il substrato di crescita per contrastare la clorosi ferrica.
  • Bagnatura piante. Si rende necessaria la bagnatura manuale per il permanere di condizioni meteorologiche sostanzialmente asciutte.
  • Puntata in vivaio per acquisto sei Aster novii-belgii nani ,20 Thymus serpyllum di altezza media e un Thymus vulgaris.
  • Trovato talee di Iberis sempervirens per bordura ricadente sul muretto a secco della nuova aiuola Magnolie.
  • Sistemato gli Aster nani come bordura d’ingresso in salita del vialetto appena ripulito. Completeranno la scena di una bella fioritura autunnale insieme al loro cugino più alto sul lato opposto.
  • I Timi serpilli, non prettamente striscianti , vanno a formare la nuova bordura dell’aiuola centrale zona orto dedicata alle piante aromatiche ed eduli. Essendo una aromatica si sposa bene con l’insieme e formerà un cuscino ricadente dalle pietre sottostanti. La bordura superiore di questa aiuola sarà composta da Allium schoenophrasum (Erba cipollina) per la sua bella fioritura e per l’assonanza col tema.
  • Abbiamo provato a piantare direttamente le talee di Iberide a dimora, che col caldo di questo periodo, opportunamente bagnate, dovrebbero dare un bel risultato. L’intento è di formare una bordura ricadente sempreverde dal nuovo muretto ricostruito dell’aiuola nuova Magnolie a foglia caduca.
  • Diserbo manuale dell’aiuola del vecchio Ginepro.
  • Costruzione nuovo muretto a contenimento del terreno dall’aiuola Tamerici verso quella del vecchio roseto.
  • Trapianto della Mahonia lomariifolia nata spontaneamente a completamento dello steccato che delimita la zona “dispensa” del giardino.Questa pianta aveva poche radici quindi le probabilità di attecchimento sono basse; confidiamo nella robustezza della specie.
  • Trapiantato e invasato un esemplare di Eleagnus pungens nato spontaneamente. Questa essenza è molto vigorosa quindi poco adatta in un giardino dove tendiamo a ridurre la manutenzione. Troverà miglior collocazione altrove.
  • Pulizia accurata delle spontanee dall’aiuola Tamerici, tranne Vinca minor, Anemone nemorosa, Arum italicum e Felci…
  • Estirpato la maggior parte degli Erigeron canadensis che stanno per andare a seme nei tappeti erbosi: se si fa questa operazione due volte l’anno ( peraltro veloce vista la poca estensione) in un triennio si vedranno i risultati.
  • Trapiantato tutti gli Oxalis articulata nati durante l’estate e allevati allo scopo di riunirli a formare la nuova bordura in salita a destra del nuovo vialetto grande. Questa essenza era sicuramente già presente e ci pare giusto ridarle la giusta visibilità. Oltretutto presenta una ricca e durevole fioritura estiva.
  • Inizio preparazione nuovo roseto con vangatura, pulizia da radici e residui, incorporazione stallatico. Le Ortensie ancora presenti saranno trapiantate sul lato del muro del lato di Via Gallo, diventato più adatto per l’esposizione. Il troppo sole danneggia i fiori delle Ortensie durante queste estati calde…
  • La Convallaria japonica recuperata viene trapiantata sotto la Magnolia grandiflora più vicina alla fontana e il gruppo di Trachycarpus fortunei per ricoprire il terreno nudo. La buona disponibilità di terriccio derivante da anni di accumulo degli sfalci e delle foglie ci dà la possibilità di integrare il terreno senza spesa per l’acquisto di terricci,restituendo al giardino una parte di ciò che gli è stato tolto. La Magnolia avrà il vantaggio di avere le radici protette, più fresche, e in questa area NON si dovrà più tagliare l’erba!
  • L’aiuola fronteggiante la fontana che ospitava le ultime due Ortensie sarà la sede del nuovo roseto. La decisione è stata presa per seguire l’andamento del clima che ha reso questa parte del giardino meno adatta alle Ortensie. Le ultime due piante, delle quali una particolarmente vecchia ma molto vitale (ci son volute più di due ore per il suo spostamento…), si presentano in buona salute ma nel momento della fioritura, l’eccessiva insolazione, rovina i fiori…Questa aiuola ormai si adatta meglio alle Rose che al contrario si sono negli anni quasi estinte dalla loro sede sotto i Tamerici, diventata troppo ombreggiata dopo il grande sviluppo della Magnolia antistante.
  • Le due Ortensie (Hydrangea macrophylla) sono state ricollocate lungo il muro di Via Gallo vicino ai due gruppi di Laurus nobilis: lo sfondo delle scure foglie degli Allori fa risaltare il colore autunnale delle Ortensie. Per il substrato di crescita abbiamo utilizzato molta torba formatasi nella “dispensa” del giardino e sotto ogni pianta abbiamo collocato i supporti in ferro arrugginiti recuperati dal lavoro di rifacimento bordure della scalinata rustica. Questo è un vecchio espediente per “colorare” i fiori di azzurro, ma in questo caso, la speranza è quella di ottenere un rosa più carico e più duraturo in fioritura…
  • Continua il trapianto della Convallaria japonica. Tutta la Convallaria che si riesce a recuperare durante i lavori viene ripiantata, dopo abbondante fornitura della “nostra” buona torba, ai piedi della Magnolia e del gruppo di Palme della Cina dove già esisteva, per eliminare, col tempo la terra nuda…
  • Vangatura e bonifica da radici e erbe spontanee del nuovo roseto.
  • Recupero di due ceppaie di vecchie Ortensie che ben si prestano alla fantasia… per il momento le abbiamo sistemate ad altezza vista di bambino sul muretto rifatto della aiuola che ospitava il Ginepro e accanto ho piantato un esemplare di Felce dolce (Polypodium vulgare), l’unica Felce con il protallo che sa di liquirizia, molto apprezzata dai bambini… L’introduzione di nuove specie e varietà di Felci ci pare opportuna: crescono bene in tutto il giardino e piacciono al proprietario!
  • Contornate da Felci e Gerani iberici in modo da creare col tempo una piccola collezione di Ortensie e Felci pacciamata con l’aiuto delle Viole recuperate in giardino
    Viole
    Viole
    e Geranium macrorrizhum. Questo ridurrà la manutenzione nel tempo a due interventi l’anno di controllo delle erbe spontanee…
  • Fornitura e messa dimora di Allium da fiore e Ribes. Nella zona che continueremo a chiamare Orto, abbiamo piantato un Ribes bianco ( meno aspro del rosso e meno sensibile all’attacco del moscerino Drosophyla suzuky) che coi Mirtilli americani già messi a dimora in primavera, le Susine “Ramassin” presenti e nuove,
    Ramassin
    l’Uva fragola e le fragoline di bosco completa l’offerta gastronomica… L’aglio da fiore, scelto perché in tema, contribuirà anche a controllare in modo naturale afidi e altri parassiti. In questa aiuola manca ancora la bordura di Allium schoenoprhasum (Erba cipollina) e la Santoreggia strisciante nei vialetti. Nell’aiuola lasciata libera dalle quattro Ortensie piantate dal proprietario nel tentativo di nascondere alla vista il vecchio orto abbandonato si può pensare di coltivare, come fossero ornamentali, qualche solanacea di vecchie varietà tornate in auge, pomo d’ori gialli, peperoncini, melanzane robuste a cespuglio…
  • Fornitura e messa a dimora di un cespo di Anemone hupehensis a fiore bianco, pianta classica, nell’aiuola delle Tamerici,lungo il nuovo vialetto ancora in cantiere di restauro. In questa aiuola ho piantato alcuni bulbi di Galanthus nivalis ( Bucaneve) e Anemone hepatica per incentivare quanto già avviene spontaneamente.
  • Fornitura e messa a dimora di Muscari armeniacum. Questa bulbosa viene usata come bordura lungo il vialetto in restauro. Ci piace l’idea di una fioritura blu primaverile di questa piccola pianta adatta al giardino.
    Muscari armeniacum
    Muscari armeniacum
  • Pacciamatura di tutte le aree appena piantate con la solita riserva auto prodotta di materiale trinciato.
  • Formazione nuovo roseto. Con l’acquisto di sei nuove Rose e il trapianto delle tre piante recuperate dal vecchio roseto si dà il via al piccolo roseto che, in un giardino come questo non può certo mancare. La scelta delle nuove varietà introdotte, selezione di Rosai inglesi e di Rennes, derivanti da ibridazioni con rosai “antichi” per aumentarne la resistenza ai parassiti, cerca di coniugare l’esigenza di una minor manutenzione, con la qualità dei fiori. Sono rose a fiore grande, anche semidoppio, quindi anche da recidere volendo, eleganti. In un giardino come questo, dove pur si lascia spazio alla rusticità e alla praticità( vedi la scalinata in pietra, l’uso della pacciamatura…) l’eleganza e un tocco di classicità non può mancare. Ecco la denominazione corretta dei nuovi rosai:
    • 1) CHARLOTTE marchio David Austin fa parte dei rosai inglesi,
Charlotte

colore bianco/giallo, rifiorente, profumata, molto sana.

    • 2) ADHAROS marchio Rose de Rennes, molto profumata.
      ADharos
    • 3) JUDE THE OBSCURE, marchio David Austin fa parte dei rosai inglesi,
      jude the obscure
      colore bianco con interno rosa, rifiorente, profumatissima, molto sana.
    • 4) CHRISTOPHE COLOMB var. MEINROSSE marchio Meilland, colore arancione
      Christophe Colomb
    • 5) PULLMANN ORIENT EXPRESS var. BAIPEACE marchio Meilland, di colore giallo sfumato rosa.
      Pullmann Orient Express
      Il substrato del roseto è stato arricchito con abbondante stallatico pellettato e con alcuni bulbi di Allium da fiore per coadiuvare la lotta contro eventuali parassiti: le liliacee poste accanto ad altre piante, spesso ne allontanano i fitofagi.
  • Pulizia pre-invernale del parterre alto, con taglio delle Felci prima del disseccamento e delle Impatiens sfiorite dall’aiuola del Corbezzolo, di tutta l’Edera spontanea tranne quella che cresce nelle due colonnine che abbiamo scoperto essere state appositamente create.
  • Trapianto delle quattro Ortensie recuperate dalla zona Orto al parterre alto. Le Ortensie classiche sono state piantate, non in maniera troppo simmetrica, ma tutte lungo il muro di casa, previa preparazione di substrato con torba autoprodotta e ferro auto-recuperato… In questa zona aggiungeremo ancora qualche pianta di Acanto (Acanthus mollis),per accentuare l’atmosfera antica del giardino…
  • Trapianto delle piccole felci spontanee nate nella zona Orto a rimpolpare i due gruppi posti ai lati della porta d’ingresso alla casa. L’allungamento progressivo dei protalli ha allontanato il fogliame dalla casa e quindi si sono creati grandi vuoti a ridosso del muro. In questo modo il cespo risulterà più compatto ed elegante pur trattandosi di una felce rustica e selvatica…

Inverno 2019/2020

  • Trapianto delle tre Magnolie a foglia caduca nella sede definitiva. L’intento è di ottenere nel tempo un effetto  “boschetto” simile a quello che si può ammirare sul lato opposto della scala d’ingresso al giardino, nell’aiuola dei Noccioli.
  • Trapianto di tutti i vasi di Iris foetidissima preparati la scorsa primavera, nella medesima aiuola. Questo Iris particolarmente bello in questa stagione per i suoi frutti arancione vivo continua idealmente la tonalità che in autunno danno le bacche degli Alchechengi che già crescono liberamente in questa parte del giardino. Questa nuova aiuola è stata creata con piante nate e cresciute in questo giardino se si eccettua l’Hydrangea petiolaris posta lungo il muro, una Felce dolce (Polypodium vulgare), una Heuchera sanguinea “ Bressingham Blaze” e la bordura di Iberis sempervirens che ricadrà sul muretto.
    Iberis sempervirens
  • Trapianto di un esemplare di Canna indica nato spontaneamente nell’aiuola del vecchio “Ramassin” dopo i lavori di pulizia, residuo superstite del passato. L’aiuola della nuova statua, soleggiata, sarà senza dubbio un sito migliore e con un po’ di fortuna avremo trovato la pianta giusta a fioritura tardo estiva, per completare questa aiola.
  • Pacciamatura dell’aiuola nuova col solito materiale trinciato.
  • pulizia pre-invernale di tutto il giardino con raccolta foglie da prato e aiuole.
  • potatura dei Symphoricarpos che rimarranno nell’aiuola della Signora.
  • Spargimento delle foglie di Nocciolo nell’aiuola delle Tamerici: queste foglie leggere e di rapida decomposizione serviranno a proteggere le bulbose appena piantate e i rizomi di Mughetti e Anemoni, oltre a controllare le prime erbe spontanee primaverili.
  • Bagnatura delle ultime piante trapiantate. Nonostante il periodo è utile innaffiare per mitigare l’azione traspirante del fohn, il vento caldo delle Alpi occidentali.
  • pulizia aiuola del vecchio Cedro abbattuto il cui ceppo serve da sostegno ad una pesante pietra posta a mò di tavolo rustico. La corteccia ancora presente è stata rimossa del tutto mettendo a nudo il colore chiaro del legno che spicca decisamente. Intorno al tavolo potremmo creare un po’ di colore con Gaultheria procumbens, una bella pianta sempreverde, a bacca rossa invernale, rustica e adatta al sito.
  • Contenimento dei Symphoricarphos presenti intorno alla statua della Signora per preparare il lavoro primaverile di restauro di questa zona che potrebbe ospitare le ceneri della Sig.ra Jona. La statua, che necessita di un ritocco del muratore Pasquale per ridurre le infiltrazioni d’acqua sulle spalle, sarà contornata da Ellebori in altezze diverse, sia Helleborus niger che Helleborus viridis e da Ciclamini per assicurare la fioritura estiva e invernale. Alcuni Ciclamini provenienti da tutto il giardino, sono già stati trapiantati ai piedi del Tasso che sovrasta la statua.
    Aiuola della Signora
  • Fornitura e messa a dimora di una Azalea indica “Exquisite”(Rhodendron indicum) proveniente da una propaggine che avevo raccolto trent’anni fa durante un lavoro di pulizia nel parco semi abbandonato di una vecchia villa di Lessolo vicino ad Ivrea. La pianta madre era alta un paio di metri e larga altrettanto! Piace l’idea di portare una pianta da Ivrea, città di origine del proprietario, nel suo giardino. Potrà svilupparsi al posto della Magnolia liliflora, vicino alle sue consorelle giapponesi…
  • Fornitura e messa a dimora di una nuova varietà di Felce, la Dryopteris affinis “Cristata” provenienti sempre da Levone. I due nuovi cespi trovano posto nel vecchio roseto che si trasformerà in una collezione di felci, Geranium, e altre piante da ombra o mezz’ ombra viste la mutata esposizione. Anche due Begonia evansiana e un gruppo di Geranium ibericum destinati a tappezzare l’intera aiuola insieme alle viole mammole (Viola odorata) che lasciamo crescere nella parte più alta.
  • Invasato tredici Acanthus mollis, provenienti dal giardino delle Miniere di Lessolo , per il prossimo trapianto in tarda primavera nel parterre sovrastante la scala.
  • Abbiamo atteso questa domenica per avere a disposizione la mano d’opera necessaria allo spostamento dei manufatti in pietra e cemento ma ne valeva la pena. Finalmente i due leoni in calcestruzzo relegati in fondo al giardino negli anni ’70 hanno ritrovato la giusta dignità! Insieme al Sig. Jona si era già da tempo pensato di collocarli sul muro in alto in luogo dei due moderni vasi in cotto contenenti due stentate Yucca gloriosa. Grazie all’energia giovanile delle maestranze e al provvidenziale carrellino in ferro del proprietario siamo riusciti,( non senza fatica), nell’intento e grazie al nuovo vialetto che chiamiamo “autostrada” si è potuto far risalire i due felini superando un solo scalino! La scelta di rendere più comodo l’accesso ai mezzi per la manutenzione straordinaria del giardino si è rivelata azzeccata! Oltre ai due leoni hanno trovato miglior collocazione anche le due colonnine al cui interno era stata fatta crescere l’Edera, che dal parterre superiore ora fiancheggiano la porticina di servizio su Via Fellogna dove erano i leoni. I due vasi in cotto ospitano adesso due Hosta elata che faranno bella mostra di sé in primavera sempre in questa zona, che sarà oggetto di restauro in primavera col trapianto delle Aspidistre (Aspidistra lurida) anche nella parte vicina alla “dispensa”. Le Yucche  sono state “liberate” vicino alle lontane cugine Palme della Cina e col tempo ( non molto credo) cresceranno e fioriranno abbondantemente. Il parallelepipedo in granito è stato portato in alto a segnare l’ingresso superiore della scala rustica, mentre la pietra di forma strana che pare il risultato di acido su marmo, trova posto al centro del tavolo nell’aiuola del vecchio Cedro. Questa pietra era tra tante altre, al posto della nuova statua e piaceva molto al padre del proprietario… I piedistalli in cemento che sostenevano i vasi in cotto sono stati ricollocati ai piedi della scalinata doppia, e segnano l’ingresso in giardino. Ora sostengono due “coppe” dello stesso materiale dove pianteremo due Sedum spectabile, pianta elegante che non necessita di grande cura…
  • Anche la moderna fioriera in graniglia che ospitava ancora una Ortensia è sparita dalla scala rustica e sarà usata a fianco della casetta attrezzi, riempita magari di Hoste o altre piante da ombra. L’Ortensia è stata trapiantata lungo il muro di Via Gallo vicino alle consorelle.
  • Espianto di tutti i Taxus nati da seme che erano stati trapiantati dal Sig. Jona nell’aiuola delle Fragole selvatiche con ‘intento di formare una siepe per nascondere il degrado dell’orto…tempi passati; ora l’orto si può vedere e questa primavera l’ultima aiuola da rifare, ospiterà, perché no, qualche verdura ornamentale… Nel fragoleto abbiamo sistemato il ceppo di una Palma della Cina che abbiamo tolto dal gruppo e ripulito dall’Edera: ospiterà le fragole in verticale, che cresceranno nel feltro del tronco rendendole più facili da raccogliere…
  • Fornitura e messa a dimora di due Sedum sieboldii nella vasca sostenuta dal “bambino” in cotto. Trattandosi di una ex fontanella abbiamo pensato che questo Sedum con foglie di colore glauco quasi blu a portamento ricadente, ricorderà l’acqua che cadeva dalla fontana…. Inoltre il Sedum sopravvive anche senza grandi cure, non dimentichiamo mai per quanto possibile di ridurre la manutenzione!
    Sedum
  • Potatura del Melograno. Questo bell’ esemplare che cresce storto perché gravato dall’ingombrante vicinanza della Magnolia deve essere riequilibrato per evitarne cedimenti futuri. Eliminando alcune piccole branche deperienti e al contempo togliendo peso dalla parte di albero più inclinata,( é sviluppato su due fusti), si cerca nel tempo di mantenerne l’aspetto attuale molto caratteristico. In futuro saranno da evitare tagli su branche di grosso diametro continuando a selezionare anno dopo anno le parti di chioma che compensano l’eventuale caduta.
  • Fornitura e messa a dimora bordura di Liriope del nuovo roseto a richiamare quella che circonda la fontana/cisterna.
  • Potatura ordinaria dei rosai rampicanti e della Bignonia.
  • Bagnatura straordinaria, vista la perdurante siccità, delle piante trapiantate in autunno.
  • Installazione della struttura a sostegno del Glicine sopra la fontana. Questo lavoro fatto con semplici tondini in ferro verniciato è opera del muratore, Pasquale, che ha provveduto a fissarla alla ringhiera sostenendo il futuro peso della pianta.
  • Bagnatura straordinaria delle essenze trapiantate. Al caldo anomalo si è associato il vento che ci costringe a supportare le piante. Per fortuna la lungimiranza dei nostri avi, fa sì che in questo giardino l’acqua piovana raccolta nella cisterna superiore, non manchi.
  • Potatura straordinaria del Glicine in vista della sua nuova sistemazione.
    Glicine in bozzo
    La scelta di un Glicine  a contorno della fontana è affascinante ma ha diversi inconvenienti: la pianta non si sostiene da sola sopra il getto dell’acqua e tende a invaderla i rami che si attorcigliano alla ringhiera col tempo la possono addirittura distruggere e inoltre la presenza delle Magnolie che cambiano spesso le foglie, causa una eccessiva manutenzione per mantenere l’acqua pulita. Si è pensato quindi di sostenere il Glicine su una “cupola” leggera per fare in modo che la pianta copra la fontana restando a debita distanza dallo zampillo. La potatura del Glicine, col tempo formerà una vera cupola vegetale sempre più intricata. Per evitare le troppe foglie morte, sia del Glicine che delle Magnolie, si installerà una rete a maglie esagonali di alluminio zincato dalla base a tutta la cupola creando una specie di…voliera! Che non conterrà volatili ma pesci! A parte le battute, in questo modo si manterrà la fontana pulita e col tempo il gran sviluppo del Glicine nasconderà la rete
    La fontana del Glicine
    Glicine
  • Raccolta di tutte le infruttescenze e delle foglie cadute dalle Magnolie. 
  • Fornitura e montaggio rete metallica in alluminio zincato a maglie esagonali sulla fontana. Tutta la rete è stata fissata manualmente alla ringhiera e alla nuova struttura con filo di alluminio zincato. Il risultato è proprio una strana “voliera” che non si può certo definire bella, ma funzionale crediamo di sì. In fondo potrebbe rivelarsi l’unica fontana/voliera esistente!
    Non appena risolto il problema del ricircolo dell’acqua, arriveranno una Ninfea, alcuni Iris pseudoacorus ( non possono mancare in questo giardino), altre piante ossigenanti e… i pesci rossi ( Carassius) che controlleranno egregiamente il proliferare delle zanzare. La rete servirà anche ad impedire agli Aironi di fare colazione, come già accaduto in passato da ciò che racconta il proprietario! A questi ospiti animali e vegetali si aggiungeranno un paio di Unio pictorum un mollusco d’acqua dolce capace di filtrare grandi quantità d’acqua. Lo scopo è di ottenere acqua limpida usando le piante depuratrici.
  • Pulizia del giardino dai residui della vegetazione invernale: foglie secche di Hemerocallis, foglie accumulate dal vento, ecc… tutti questi materiali d’ora in poi vengono accumulati in dispensa e fatti decomporre aggiungendovi gli sfalci dell’erba in modo da continuare a produrre terriccio da restituire al giardino durante le operazioni di manutenzione ordinaria.
  • Fornitura e messa a dimora di nuova bordura con Liriope nell’aiuola ex roseto in sostituzione dei Geranium piantati la scorsa stagione. I Geranium non si sono dimostrati adatti e vengono spostati in zona più ombreggiata. I Geranium saranno lasciati crescere come tappezzanti in tutta l’aiuola ex-roseto fin dove l’ombreggiatura lo permette. A questa pianta verrà associata una erbacea che svolga la stessa funzione nella parte di aiuola più soleggiata.
  • Formazione nuova bordura con Geranium a copertura del cordolo della aiuola del Cedro.
  • Formazione nuova bordura con Liriope nell’aiuola del Corbezzolo in sostituzione dell’Impatiens che vi nasce spontaneamente.
  • Potatura e legatura delle Viti. Il pergolato di Vitis labrusca, uva fragola, soffre anch’esso del caldo eccessivo: le vecchie Viti infatti deperiscono a partire dalla parte esposta al sole per maggior tempo. Possiamo soltanto seguirne e controllarne l’evoluzione. Le due nuove piante messe a dimora l’anno scorso e la Rosa rampicante superstite pian piano ricopriranno la parte lasciata scoperta.
  • Bagnatura di tutte le piante
  • Controllo manuale delle erbe spontanee. Questo lavoro, se fatto nei tempi giusti evitando la fioritura delle piante spontanee, consente di ottenere ottimi risultati. Vedasi la bordura di Convallaria japonica che, piantata l’anno scorso, è pressoché scevra da altre presenze…In questo modo l’infittirsi della specie desiderata funge da pacciamatura vivente in quanto non consente più ad altre specie di germogliare.
  • Vangatura dell’ultima aiuola ancora da impostare nella zona, ormai rinnovata, del vecchio orto. Qui vorremmo piantare alcuni ortaggi, non a scopo prettamente alimentare ma anche decorativo. Questa aiuola che prima ospitava le Ortensie piantate dal proprietario per mascherare il degrado retrostante, è ancora abbastanza ben esposta e quindi sarà una piccola collezione di orticole, scelte magari tra quelle antiche varietà che oggi tornano di moda…Capsicum, Lycopersicon, Pastinaca, ma anche Brassicacee e qualche fiore commestibile…
  • Pulizia e trapianto del fragoleto. L’aiuola più a valle dominata da Fragaria vesca
    Fragaria vesca
    è stata completamente ripulita dalle spontanee, moderatamente concimata con stallatico pellettato e rinnovata dividendo i cespi delle piante ripiantate in sito.

Primavera 2020

  • Prima giornata di lavoro dopo la sospensione delle attività dovuta al contagio da Covid -19 . Da oggi è consentito agli operatori del verde di continuare i lavori iniziati e la manutenzione ordinaria dei giardini. Quindi eccoci di nuovo al lavoro, muniti di guanti e mascherina e tenendo le debite distanze… Mentre il Sig. Jona conclude il restauro del vialetto pedonale posto tra l’aiuola del Bambino e quella dei Tamerici,
    Vialetto pedonale
    lavoro totalmente eseguito da lui con le proprie mani, io mi occupo delle bagnature: questa primavera è tra le più secche mai viste…
  • Trapiantato il cespuglio di Abelia all’altro lato dell’aiuola, per via della miglior esposizione. In questo giardino spesso l’esposizione è questione di un metro quadro di differenza, poiché il sole filtra attraverso le fronde di Magnolie e Tassi in modo diverso dal mattino al pomeriggio.
  • Piantato l’unica Peonia erbacea recuperata l’anno scorso nel vecchio roseto. Potremmo aggiungerne qualche altra pianta ora che l’ombreggiatura lo consente.
  • Trapianto l’esemplare di Neotinea tridentata nato nel prato, nell’aiuola all’inizio della scalinata rustica,insieme ad un ‘altro ritrovato nel vecchio roseto, in modo da rendere queste orchidee spontanee più visibili e sottrarle alla falciatrice!
  • Il Sig. Jona ha iniziato il rinvenimento dell’acciottolato posto sotto il gazebo della Bignonia capensis (Campsis) che si rivela più impegnativo del previsto. Si capisce chiaramente che questo era il posto dove si convogliava la gran parte delle acque meteoriche del giardino con tanto di tombino centrale in pietra ma senza grata, che ora si presenta pieno di detriti. Una o forse due uscite attraversano il muro di cinta per scaricare l’acqua nelle strade esterne. Tutto ciò è sepolto da uno strato di venti cm di terra che deve essere completamente rimossa. L’idea è anche quella di eliminare un pozzetto in plastica posto al livello attuale, ripristinando il vecchio tombino centrale ma rialzandolo, insieme a tutto l’acciottolato al livello attuale di superficie sempre mantenendo il leggero impluvio secondo il quale sono sistemate le pietre…Un gran lavoro! Gli “operai” aiutano il proprietario…
  • Sistemato alcuni Myosotis (Non ti scordar di me)
    e un Nasturzio (Tropaleum majus)
    nei vasi del finestrone del gazebo, per rinfrescare le vile del pensiero danneggiate in parte dalla siccità.
  • Completata l’aiuola delle aromatiche nel vecchio orto con l’aggiunta di Ruta graveolens, Tanacetum vulgare (Arquebuse), Borago officinalis (Borragine), Mentha glacialis, Lippia citriodora e una bordura con Allium schoenoprasum (Erba cipollina) Tre piante di Dianthus barbatus  (Garofano dei poeti)
    cominciano a mescolarsi alle piante più ortive proprio come accadeva negli orti veri e propri
  • Prime introduzioni anche nell’ultima aiuola sotto a quella che ospita le aromatiche: Foeniculum vulgare (Finocchio selvatico)a foglia rossiccia, Cerfoglio (Anthriscus cerefolium) Rabarbaro (Rheum raponticum), alcune biete a foglia colorata, Alchemilla xanthoclora, Pisello odoroso (Lathyrus odorosus), Cardo (Cynara cardunculis) ed anche qui alcuni Nasturzi e Myosotis
    per le fioriture. In questa aiuola seguiranno alcuni pomodori gialli, peperoncini ornamentali, melanzane ornamentali e qualche fiore in più come Calendule, Zinnie, ecc…
  • Trapianto di Convallaria japonica recuperata pazientemente dal nuovo cantiere del gazebo (che da adesso chiameremo Ophiopogon japonicum come da ultime indicazioni dei nomenclatori), alla confluenza dei due vialetti: il pedonale restaurato dal Sig. Jona e l’”autostrada”.
  • Controllo delle erbe spontanee specialmente nella striscia centrale del vialetto più grande, piantumata l’anno scorso con Ophiopogon japonicum.
  • Oggi pomeriggio si è provveduto a completare il giro di controllo delle erbe spontanee, specialmente Oxalis, in tutto il giardino. La pacciamatura con il materiale cippato si dimostra sempre più un valido alleato!
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    Si presenta molto infossato probabilmente a causa di un cedimento creatosi dopo i lavori di riempimento. Ora si è deciso di ripristinarne l’uso adattandolo al nuovo livello eliminando il nuovo tombino in plastica e cemento…. Quest’area era completamente invasa da Ophiopogon japonicum che il proprietario ha pazientemente recuperato.
  • Proseguimento trapianto Ophiopogon japonicum nella zona in terra nuda sottostante la Magnolia e il gruppo di Palme della Cina.
  • Prima fioritura degli Agli da fiore che mantengono l’aspetto ortivo dell’area che ospitava l’orto di famiglia
  • Anche gli Iris del vialetto della pergola iniziano lo spettacolo
    Nell’aiuola che ospitava il Ginepro, le talee di Iberis sempervirens piantate direttamente a dimora l’autunno scorso danno già un gradevole effetto
  • Piantato pomodori gialli e ciliegini rossi, più Capsicum a foglia rossa nel nuovo “orto” con sostegni in bambù. Sparso materiale “cippato” per pacciamatura  e terminato utima aiuola.
  • Piantato 4 Santoreggie striscianti ( Satureja spicigera) per osservarne il comportamento e ed eventualmente utilizzarle come tappezzante tra le pietre dei camminamenti dell’orto.
  • controllo erbe spontanee in tutto il giardino.
  • Proseguimento trapianto Ophiopogon japonicum in area denudata sotto Magnolia e gruppo Trachycarpus fortunei.
  • Fornitura e messa a dimora nelle due nicchie del muro di 2 Capperi miracolosamente trovati in un piccolo vivaio di Torino. Dopo svariati tentativi di riprodurli per seme e per talea vediamo se le piante gradiscono il nuovo alloggiamento.
  • Fornitura e messa a dimora di 2 piantine di Sedum spectabile provenienti dai lavori di riordino del giardino di Cecilia Serafino. Questa pianta molto robusta dovrebbe garantire una buona presenza nelle due coppe poste a lato della scala centrale.
  • Il Sig. Jona ha quasi terminato il recupero dell’acciottolato posto sotto la pergola della Bignonia capensis. Il risultato è ottimo sia dal punto di vista estetico che da quello funzionale. Il punto di scarico di più recente costituzione è stato mantenuto contro il muro, il chiusino in plastica sarà sostituito da uno in ghisa e la parte al centro contornata dalle lastre di ardesia recuperate sarà riempita con ciottoli bianchi più piccoli e una pietra commemorativa dei lavori appositamente disegnata dal proprietario.
  • effettuato diserbo della Parietaria da muri e manufatti con lancia termica. Con l’occasione si è provveduto a trattare le erbe spontanee nei vialetti, nel cortile superiore e in tutto il contorno esterno della proprietà. Questo sistema evita l’uso di prodotti chimici e consente di bloccare/eliminare quasi tutte le erbe spontanee disidratandone i tessuti.
  • Riempimento della fontana/cisterna centrale dopo i lavori di impermeabilizzazione eseguiti dal muratore Pasquale.
  • Fornitura e messa a dimora di una Nimphaea alba proveniente dal mio giardino in smantellamento a Levone.
  • Fornitura 15 esemplari di Carassius carassius ( Pesce rosso) indispensabili per contrastare lo sviluppo di Zanzare. Questo sistema utilizzato da sempre sia nei giardini che nei terrazzamenti in Liguria dove le zanzare si riproducevano nelle cisterne di raccolta delle acque meteoriche, è il più efficace ancora oggi ed evita inutili e dannosi trattamenti insetticidi ambientali.
  • Controllo manuale erbe spontanee, specialmente Oxalis,nelle aiuole dei Tamerici e in quelle ancora in preparazione dell’ex roseto. Anche nell’aiuola del Corbezzolo e in quella dell’Aquila abbiamo preferito eliminare Impatiens balfourii lasciandone solo alcuni esemplari.
  • Fornitura e messa a dimora di 4 esemplari di Elodea canadensis,pianta acquatica molto efficace nel mantenere un buon livello di ossigenazione dell’acqua.
  • Sistemato una retina in plastica provvisoria per evitare ”fughe” di pesci dallo scarico del troppo pieno in caso di improvviso riempimento della vasca.
  • Tutte le statue sono state ripulite e rinnovate tramite apposito prodotto, dopo la ricostruzione di parti mancanti, dal muratore Pasquale e la loro nuova luce niente toglie al passar del tempo….